Lo spazio dopo il punto

Su Wikipedia in inglese c’è una pagina dedicata alla storia dello spazio tra le frasi (History of sentence spacing).

In pratica, nel mondo anglosassone c’era l’usanza di utilizzare uno spazio di dimensioni maggiori dopo il punto. Nel mondo delle macchine da scrivere, questa usanza veniva messa in pratica premendo due volte il tasto spazio dopo avere messo il punto.

L’articolo distingue la spaziatura francese, un solo spazio, da quella inglese, due spazi. Al giorno d’oggi è sconsigliato anche nei Paesi anglosassoni aggiungere due spazi dopo il punto.

In alcuni contesti c’è stato un rovesciamento di significato, per cui l’aggettivo francese viene associato alla spaziatura doppia.

Su Wikipedia in italiano non c’è una pagina dedicata a questo argomento, ma una pagina generica riguardante lo spazio come elemento ortografico e tipografico (“punteggiatura”).

È stato aggiunto in testa alla pagina il suggerimento di scomporla in due pagine diverse, una relativa all’ortografia e l’altra al carattere tipografico.

Oltre al carattere Unicode u+0020 ci sono altri spazi di dimensioni diverse a cui è stato assegnato un codice. La visualizzazione in software diversi potrebbe essere diversa da quella prevista, se il software o il font non supporta questi glifi. Inoltre questi spazi potrebbero non essere “collassati”, come invece avviene col normale spazio (quando si giustifica il testo, lo spazio che segue l’ultima parola della riga sparisce, non viene visualizzato né al termine della riga precedente, né all’inizio di quella successiva).

Esisterebbero altre considerazioni da fare a proposito dello spazio, ma a quanto pare non sono giudicate importanti. Agli albori della tipografia, si metteva uno spazio anche tra la punteggiatura e la parola precedente, anche se ci si regolava in maniera diversa a seconda delle esigenze (le righe dovevano essere giustificate manualmente, non c’era una regola automatica che doveva scattare sempre).

Nell’Antica Roma non si usava spazio tra le parole, e questo in alcuni casi poteva portare a problemi di interpretazione.

In cinese, ancora oggi tutte le parole vengono scritte senza spazi tra l’una e l’altra. Visivamente, c’è spazio dopo i segni di interpunzione (la virgola, il punto, le virgolette), ma non si tratta di un carattere a parte: è semplicemente la spalla destra del glifo che ha un valore tale da distanziare comunque le lettere successive.

Lo spazio tra una parola e l’altra non è necessariamente fisso: quando si giustifica il testo in un programma di videoscrittura, il software di solito non interviene sulla distanza tra una lettera e l’altra, ma tra una parola e l’altra, di solito aumentandone il valore. Questo impedisce di ottenere in un programma digitale lo stesso effetto che si aveva agli albori della tipografia, quando lo spazio poteva anche essere ridotto: se prendiamo un font digitale con la forma delle lettere usate da Gutenberg e impaginiamo lo stesso testo con un programma di videoscrittura, lo spazio bianco tra una parola e l’altra risulta eccessivo rispetto all’originale, quando il testo è giustificato. In quel caso non è un problema di font, ma di software.

 

Il paragrafo di Wikipedia in cinese in cui si spiega la distinzione tra spaziatura francese e inglese (il significato l'ho capito grazie alla traduzione automatica di Google Translate). Le parole linkate (in blu) non sono separate dal resto del testo. Gli unici spazi che si vedono solo quelli dopo le virgole, i punti (a forma di cerchietto) e le virgolette (quelle specie di L ribaltate, come il penultimo simbolo che si vede, prima del punto finale). Anche in quei casi però non si tratta di un carattere a parte, bensì di spazio vuoto che si trova incorporato in ciascuno di questi caratteri.

 

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