Ogma
Capita spesso di sentir parlare della scrittura ogham, ma scopro solo ora che questa è collegata anche al nome di un mitico inventore: Ogma.
Si tratta di un personaggio che compare nella mitologia irlandese: fa parte dei Tuatha De Danann, partecipa alla battaglia di Magh Tuireadh, è fratello del Dagda.
I manoscritti che hanno tramandato le antiche leggende celtiche sono di matrice cristiana, quindi hanno cercato di depurarle dei significati religiosi, ma è certo che anticamente tutti i personaggi di queste storie erano presentati come divinità.
Secondo Wikipedia in italiano doveva trattarsi di un dio della guerra e della scrittura.
Non è ben chiara l’etimologia del nome, qualcuno lo fa risalire anche al greco.
Il sito ne pubblica anche un ritratto: un bassorilievo che si trova alla Biblioteca del Congresso negli Stati Uniti d’America. La scritta sottostante e l’intera figura è in stile Art Deco, il personaggio ha in mano una specie di bastone, il che gli dà un aspetto abbastanza fascista.
Mentre i Romani avevano un solo dio per la guerra, Marte, i Celti ne avevano due: Nuada, che dirigeva la battaglia, e Ogma, che era il campione guerriero.
Per quanto riguarda la scrittura,
l’articolo si limita ad accennare ad un legame tra la magia e
l’oggetto: a lui sono rivolte le tabellae defixionis, tavolette di
piombo su cui venivano scritte delle maledizioni.
La versione in inglese dell’enciclopedia scrive che Ogma viene citato anche nel Trattato Ogam, o In Lebor Ogaim, un trattato che ci è stato tramandato in tre manoscritti, il più antico dei quali risale al quattordicesimo secolo, incentrato appunto sullo stile di scrittura ogham, di cui fornisce un numero spropositato di varianti.
L’ogham è conosciuto perché compare sui margini di antiche pietre tombali o di confine in Irlanda e Gran Bretagna occidentale. Qualcuno lo usava anche per comunicazioni segrete, ma le testimonianze che ci sono rimaste sono ben poche.
Colpisce l’immaginazione perché non è composto di lettere di forma diversa: ogni lettera è rappresentata con un diverso numero di tacche, da una a cinque, sul bordo di una pietra, o ai lati di una linea se scritto su carta.
Qualcuno scherzosamente dice che si tratta del primo codice a barre della storia.
Secondo Wikipedia, l’Ogham venne usato tra il quarto e il decimo secolo dopo Cristo.
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