Sostituire le parole con le emoji: Speakons o OpenOffice Writer

Speakon è un connettore elettrico impiegato nei sistemi di audio professionale per collegare tra loro amplificatori e diffusori acustici.

Ma Speakons è un font disegnato da Alex Schnaible. Nulla di particolarmente attraente: semplici lettere sans monoline, come se fossero tracciate usando un normografo. La particolarità è la presenza di un gran numero di icone, tracciate nello stesso stile, e utilizzate come legature opentype.

In pratica intere parole sono state trasformate in legature, quindi vengono sostituite automaticamente, quando questa funzionalità è attiva. Scrivi “bike” e la parola viene trasformata nel disegno di una bicicletta. Scrivi “bottle” e compare una bottiglia. Scrivi “bell” e compare una campana. Ce n’è anche qualcuna vietata ai minori (“xxx”) o di cattivo gusto. 

Si può provare il font direttamente nell’anteprima su My Fonts, mettendo prima la spunta su Standard Ligatures (cliccare sul simbolo con una doppia f a destra della casella in cui si scrive il testo personalizzato).  

Il font è stato “disegnato appositamente per abbattere le nostre barriere linguistiche. Per essere compreso a livello internazionale”, dice la didascalia.

Ovviamente una persona anglofona può scrivere normalmente e trovarsi le icone nel testo, mentre chi scrive in italiano deve tradurre a parte le parole che vuole trasformare in disegni. Che in un certo senso è anche positivo per evitare di far scattare tutte le volte la sostituzione, anche con simboli che non sono intuitivi.

In OpenOffice Writer è facile attivare qualcosa di simile senza bisogno di font particolari e senza dover scrivere una macro. Basta usare le opzioni di sostituzione automatica, quelle che già scattano automaticamente in alcuni limitati casi di default. Quando si scrive 1/2, ad esempio, il software compatta i tre caratteri in un solo carattere con la frazione: ½.

Vediamo come si fa a sostituire la parola “felice” con la faccina sorridente. Si clicca sul menù Inserisci, sulla barra dei menù. Poi su Caratteri Speciali. Si scorre la lista fino a trovare il simbolo che ci interessa: la faccina sorridente si trova in posizione U+263a, è una delle poche emoji supportate anche dal Times New Roman. Ci clicchiamo sopra e premiamo Ok.

Così l’abbiamo inserita nel documento. A questo punto la selezioniamo, clicchiamo col destro, poi Copia.

A questo punto apriamo il menù Strumenti, sulla barra dei menù, e clicchiamo su Opzioni di Correzione Automatica. Nella scheda Sostituzione ci sono due caselle: Sostituisci e Con. La faccina dovrebbe essere comparsa nella casella Con senza bisogno di incollarcela. Tutto quello che bisogna fare ora è scrivere la parola che vogliamo aggiungere nella prima casella, ad esempio “felice”. Poi si preme il pulsante Nuovo, e questa sostituzione viene aggiunta alla lista. A questo punto chiudiamo la finestra di dialogo cliccando su Ok.

Da ora in poi ogni volta che scriviamo la parola “felice”, l’intera parola viene sostituita con la faccina sorridente. Se in un caso non siamo d’accordo con la sostituzione e vogliamo far comparire la parola scritta in lettere, basta annullare l’ultima operazione dopo che è comparsa la faccina, con la combinazione Ctrl+z, o col tasto Indietro che compare sull’apposita barra.

Insomma: scrivo “felice”, premo spazio, è comparsa la faccina, premo Ctrl+z, ritorna la parola “felice”.

Questo sistema è molto più versatile rispetto ad avere un intero font già programmato con le apposite legature, perché permette di associare ciascun simbolo alle parole che decidiamo noi, nella nostra lingua. E permette di inserire solo le parole che ci interessano. E di annullare la sostituzione di volta in volta semplicemente premendo un pulsante. Cosa che non è possibile quando si sfruttano le funzionalità opentype. 

Un grosso difetto dello Speakons infatti è che attiva le sostituzioni sempre, anche a metà parola. La parola “happy” viene sostituita dalla faccina sorridente, ma la parola “unhappy” diventa “un” seguito da una faccina sorridente. Con la sostituzione automatica di OpenOffice invece la parola “infelice” non viene trasformata, anche se contiene al suo interno la parola “felice”. 

Scrivendo la parola “continuo” in Speakons, le coppie “on” e “in” vengono sostituite senza motivo dai simboli di acceso e dentro, rendendola incomprensibile. 

Effettivamente, avere creato delle legature per combinazioni di lettere che si trovano in altre parole non è stata una bella idea.  

 

Nello Speakons, intere parole vengono sostituite in automatico con le relative icone, grazie alle funzionalità opentypes aggiunte dal disegnatore. Per vedere l'effetto nell'anteprima sul sito My Fonts, basta attivare le Standard Ligatures dopo avere cliccato sul pulsante con la doppia f, in alto a destra. Qui la parola radio viene sostituita dal disegno, mentre il resto della frase rimane invariato.

 

Scrivo Pizza and beer on the moon.  In questo caso non rimane nessuna lettera dell'alfabeto. Tutte le parole sono state riconvertite in disegni. La parola pizza diventa uno spicchio di pizza. And è il segno dell'addizione. Birra, ed ecco il boccale. On è il simbolo dell'accensione. The è una manina. Moon è uno spicchio di luna.



Ecco le controindicazioni nell'usare un font del genere. Le sostituzioni avvengono anche quando la combinazione di lettere si trova all'interno di una parola. Scrivo alberto incontra beatrice. La sillaba be diventa un glifo che dovrebbe rappresentare l'essere. To, è moto a luogo. In, il simbolo che indica l'ingresso. On, il simbolo dell'accensione. Di male in peggio: la sillaba beat viene rappresentata come un pugno diretto in avanti (to beat signigica picchiare, ma non credo che Alberto intendesse l'incontro in senso pugilistico! Se avessi scritto correttamente Beatrice con la maiuscola, la B sarebbe rimasta invariata, mentre le lettere eat si sarebbero trasformate in un omino stilizzato che mangia). Ice è il ghiaccio, il freddo, quindi un fiocco di neve. Le lettere rimanenti restano così come sono. Il risultato è una cosa che non ha senso. Questo è il motivo per cui nessuno realizza font come questo.


Il Times New Roman non contiene quasi nessuna emoji da inserire col sistema della sostituzione automatica. Il Segoe Emoji ne contiene gran parte. La seccatura semmai è che, a differenza dei vari messenger che usiamo di solito, tipo Whatsapp, OpenOffice visualizza le emoji soltanto nella versione in bianco e nero.

Convertendo il documento in formato html e aprendolo col browser, le emoji compaiono nella loro versione a colori. (Non sempre: quando la faccina sorridente si trova su una riga su cui non ci sono altri caratteri, viene visualizzata in bianco e nero, chissà perché).

Un’altra seccatura è che è molto laborioso impostare le sostituzioni una alla volta. Se sono solo tre o quattro parole che vogliamo sostituire, poco male. Ma se vogliamo la sostituzione per tutte le emoji la faccenda diventa molto lunga, specie se ad ogni emoji vogliamo associare varie parole (“felice” e “felici” in associazione con lo smile).

Non mi pare ci sia sul web una lista già pronta e un modo per installarla al volo. 

Le informazioni dovrebbero trovarsi memorizzate in un file nella cartella User/ eccetera /AppData/Roaming/OpenOffice/ eccetera /autocorr (in Windows), ma il file, aperto in blocco note, mi sembra molto intricato, per cui penso che sia sconsigliabile ritoccarlo a mano. (Emoji e lettere accentate compaiono come sequenze di caratteri Ansi). 

La prima cosa che si trova sul web invece è un’estensione per OpenOffice Writer che promette di inserire delle emoji premendo il tasto f3 dopo avere digitato la parola. Quindi sfrutterebbe un’altra funzionalità del software, quella dell’inserimento di un testo automatico (autotext). Non l’ho provata ma mi pare che anziché fare riferimento ai caratteri di un font contenga le versioni png delle emoji. Che sarebbe comunque interessante, perché permetterebbe di inserire disegni multicolori.

Le icone disponibili sono meno di una quarantina. Ma studiando il funzionamento del meccanismo lo si potrebbe personalizzare o espandere.

In linea teorica, l’autotext è stato progettato per inserire un testo all’interno di un documento, ad esempio una formula di saluto. E in questo senso è facilissimo configurarlo in maniera tale da inserire un emoji al posto di una parola alla pressione del tasto f3. Ma con una funzione poco conosciuta è possibile associare all’inserimento una macro (ctrl+f3, si clicca sul triangolino vicino a Testo Autom., e si clicca poi su Macro, si sceglie la macro, poi Assegna e poi Ok). Per cui registrando una macro in cui si inserisce un’immagine da file, e associandola a una parola specifica con questo sistema, è possibile pescare al volo un’immagine dal computer semplicemente premendo f3 dopo avere digitato l’apposita parola nel documento. 

Inserire le immagini in un flusso di testo però è qualcosa di complicato, per via delle dimensioni che devono essere adattate a quella del carattere, e delle opzioni di ancoraggio e scorrimento. 

Inoltre con questo sistema la sostituzione avviene solo su richiesta, premendo ogni volta il tasto f3, mentre sfruttando la sostituzione automatica l’inserimento avviene semplicemente digitando il testo. 

Se invece il testo è già pronto e vogliamo soltanto riconvertirlo, aggiungere parole nella tabella di sostituzione automatica di OpenOffice non ottiene nesssun effetto. In questo caso bisogna creare una macro sfruttando la funzione Trova E Sostituisci.  

La sostituzione automatica avviene anche quando il font in uso non contiene l’emoji prevista. In questo caso il software pesca la versione di default, in stile diverso rispetto al resto del testo, comunque senza scombussolare l’interlinea del paragrafo.

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