Arabic letter reh with dot below and dot above
C’è un glifo che ha la forma della lettera araba reh, ma con un puntino sulla sinistra e uno in basso a destra.
Si trova in posizione U+0696 del tabellone Unicode.
Viene usata in due lingue soltanto: Pashto e Wakhi.
La prima lingua è stata nominata varie volte sui giornali in questi anni, essendo quella che si parla in Afghanistan, teatro di una guerra che ha visto coinvolta anche l’Italia, e in Pakistan.
L’alfabeto è una variante di quello arabo, la scrittura è da destra a sinistra. La forma delle lettere è pressoché la stessa, ma con un certo numero di puntini aggiunti ai lati dei tratti.
Stranamente, la lettera in questione non rappresenta il suono r, ma il suono ze o ge.
La lettera re è uguale, ma senza puntini, come in arabo. Esistono altre tre varianti: con un cerchietto in basso a destra (ed è sempre re), con un puntino in alto (e si chiama ze) e con tre puntini in alto (ed è un altro suono riconducibile alla z, diciamo dz).
Su Wikipedia si può vedere la tabella completa col nome di ogni lettera, la sua pronuncia nell’alfabeto fonetico internazionale, e vari tipi di romanizzazione, che fanno uso delle lettere latine con qualche diacritico aggiunto sopra (la pipa, che è una specie di piccola v) o sotto la lettera (il punto).
La lingua wakhi invece non si nomina spesso da queste parti. Anche questa è originaria dell’Afghanistan, dove sarebbe nata oltre 4 mila anni fa. È parlato ancora oggi in Pakistan, Tagikistan e Cina, ma i “locutori” secondo Wikipedia sarebbero appena 40 mila. Pochissimi, come una cittadina di piccole dimensioni. Tant’è vero che Wiktionary in inglese non conosce il modo di traslitterare la lettera, anche se comunque la riconduce alla lettera g cirillica e gamma greca, che il sito chiama latina.
Un errore? Non proprio.
In effetti l’articolo non nomina mai l’alfabeto arabo, ma mostra un’immagine col nuovo alfabeto wakhiche, che in effetti è composto in gran parte da lettere latine con qualche eccezione. Riconosciamo qualcosa che ricalca la delta, la gamma e la theta greche. In più c’è la lettera jeri dell’alfabeto cirillico, quella che è composta come le due lettere latine bl.
Quindi dal loro punto di vista queste lettere greche o cirilliche fanno parte della loro versione dell’alfabeto romano.
I principali font disponibili su Google Fonts non hanno il supporto per la lingua pashtu. Il primo che troviamo scorrendo la lista e che contiene la lettera ge è l’Ibm Plex Sans Arabic, di Mike Abbink e Bold Monday, che come dice il nome è stato disegnato proprio per supportare la lingua araba e derivate.
Solo che la lettera è formata in una maniera strana: un puntino si trova al disopra, e l’altro al disotto, e un po’ spostato a sinistra.
Chissà se i parlanti la considerano corretta o sbagliata.
Una forma più consueta la possiamo trovare nell’Amiri, di Khaled Hoshny e Sebastian Kosch. A differenza del precedente, questo è un carattere con grazie, quindi le lettere arabe sono disegnate coi tratti calligrafici a spessore variabile (a differenza del precedente che era strutturato come un sans).
Su Google Fonts c’è un pulsante che permetterebbe di scremare i risultati in funzione delle lingue supportate, ma le opzioni sono limitate. Selezionando la voce arabic la ricerca è più rapida, ma solo una parte dei font ha le lettere pashtu. I primi cinque font della lista ad esempio non ce l’hanno.
Oltre ai due già citati, supportano le varianti afghane alcune versioni del Noto, il Lateef, il Mirza, il Vazirmatn, lo Jomhuria, l’Harmattan, il Kufam, il Katibeh e lo Scheherazade New.
Tra quelli di Windows, la lettera si può trovare nel Segoe Ui (senza grazie).
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