Gandalf
Nel video sono stati usati caratteri senza grazie all-caps outline, ma solo per fare atmosfera. Da anni il logo principale della band è formato di lettere di ispirazione medievale. In particolare la a è inconfondibile, avendo un occhiello molto stretto che si aggancia in alto ad un’asta obliqua a scendere, mentre la w è ottenuta con due tratti curvi e uno verticale.
Grazie a What The Font non è un
problema trovare lettere con la stessa forma: il sito rimanda all’Ef Gandalf,
disegnato da Viktor Kharyk nel 2004. Peccato che manchino informazioni sulla fonte di ispirazione. Dovrebbe trattarsi di una versione nuova di un font più vecchio, probabilmente di Scriptorium.
Anche se la forma della a è minuscola, si tratta di una maiuscola. La minuscola propriamente detta infatti ha un’occhiello molto spazioso, mentre l’estremità superiore manca del tratto orizzontale.
L’ispirazione sembra essere un onciale insulare. La g che si vede nel font lascia l’occhiello aperto, anche se è più vicina alla forma che consideriamo consueta. Anche la f è relativamente normale secondo i nostri standard. All’inizio del medioevo la lettera era discendente: si estendeva solo sotto la linea di base ma non si allungava verso l’alto.
Riconoscibile è anche la N che si vede nel nome della band, che all’estremità superiore dell’asta di destra ha una grazia solo sul lato sinistro.
La prima e l’ultima lettera nel logo sono state ingrandite, e dotate di ali decorative. La base è più bassa rispetto a quella delle altre lettere, ma queste caratteristiche sono state aggiunte dal grafico che se n’è occupato e non fanno parte del font.
Il font è usato solo per la parola Nanowar, di solito con l’aggiunta di sfumatura nelle aste e una linea di contorno bianca. Le parole “of steel” invece sono aggiunte a mano, in stampatello, senza fare uso di font. Apparentemente muovendo il puntatore del mouse in un software tipo Paint, con un effetto molto malfermo.
In origine la band si chiamava soltanto Nanowar, come parodia del gruppo metal Manowar (man o’ war, ossia guerrieri). Quando la band italiana Rhapsody venne costretta a cambiare nome per problemi di copyright con un gruppo rap statunitense che avevano lo stesso nome, i Nanowar cambiarono il nome in Rhapsody Of Steel, lasciando la seconda parte molto grezza a sottolineare il fatto che non c’entra niente, con intenti parodistici. I fatti risalgono al 2006.
Sul sito web viene usato un altro logo, più inquietante, con un font gotico di impostazione tedesca (le tre aste identiche che compongono la w si toccano in basso e si sfiorano in alto. In quel caso la N è maiuscola e le altre lettere sono minuscole. Sopra la o si vede l’umlaut (i due puntini, che in certi contesti possono indicare la dieresi).
A gennaio del 2021 i membri della band hanno diffuso un annuncio shock: visto che “il metal e la musica pesante non possono darci quella stabilità finanziaria che le nostre situazioni personali richiedono al momento”, si sarebbero orientati “verso stili più leggeri e accessibili da un pubblico più esteso e meno di nicchia dell’attuale”.
Alcuni hanno vissuto l’annuncio come un dramma, altri hanno pensato a uno scherzo. Effettivamente la band ha prodotto caricature demenziali di brani pop, scegliendo apposta la musica più fastidiosa possibile alle orecchie dei loro fan, che poi è quella che viene passata dalle radio.
In quell’occasione venne presentato anche il loro nuovo logo “che abbiamo reso simile a quello di un gruppo finlandese a cui ci siamo ispirati”.
Tutte lettere maiuscole, con solo tratti rettilinei, estremità appuntite, NWRSL più grandi delle altre ed appoggiate sotto la linea di base.
I siti musicali specializzati si sono limitati a riportare il comunicato.
Qualcuno su Facebook però ha individuato il gruppo di cui si parlava: i Beast In Black, “che fanno pop metal”.
Il loro logo è appunto di lettere composte solo di tratti rettilinei, estremità appuntite, A con fianco destro verticale e fianco sinistro prima spiovente e poi verticale, e alcune lettere (BTK) che scendono sotto la linea di base.
La scritta dei finlandesi è stata riproposta in varie versioni: quella ufficiale ha le lettere grigie, in 3d, con linee che percorrono longitudinalmente le aste e che sembrano quelle che si vedono sui circuiti elettronici.
Per tornare al Gandalf, ci sono alcuni font di Scriptorium che ci somigliano. Il Teyrnon è praticamente identico, con l’aggiunta di svolazzi ingombranti che lo rendono inutilizzabile. Ma è datato 1999. Molti font di questa fonderia compaiono su Identifont solo col nome e non con l’anteprima. I siti commerciali non forniscono informazioni su qual’è l’origine di tutto.
Uno di questi font si può scaricare gratuitamente da Dafont. Si chiama Stonecross (croce di pietra). Il tratto obliquo della A è ha la stessa impostazione rispetto al Gandalf, anche se il bianco all’interno della lettera è molto di più. Nel font ci sono solo le maiuscole. I tratti hanno i contorni frastagliati, a imitare un’incisione antica su pietra, a quanto suggerisce il nome.
Il nome del Gandalf invece si ricollega probabilmente alla forma della w. Nella forma di scrittura inventata da Tolkien per i popoli elfici di cui si parla nei suoi romanzi, le lettere principali condividono la stessa impostazione di base.
Su Myfonts il Gandalf è taggato: mysterious, mistical, celtic, runic, irish, lord of the rings, tolkien, magical, fairy tale, valentine, hading, decorative, brush e wedding.
L’autore e proprietario di Scriptorium è David Nalle era uno scrittore, e autore di giochi, oltre che type designer.
Molti dei font a cui ha lavorato sono di ispirazione medievale, per essere utilizzati sui libri e giochi fantasy di cui era editore.
Scriptorium Fonts ha una voce dedicata su Wikipedia.
Molti dei suoi tipi di carattere possono essere scaricati gratuitamente su Dafont, ma solo in versione Demo (solo per valutazione, mancano lettere, numeri, segni di interpunzione).
L’Alba è datato 1997 e ha un’impostazione simile a quella del Gandalf, anche se più grezza (l’estremità superiore della a minuscola non si differenzia troppo dalla corrispondente maiuscola. Se non è il capostipite, comunque è uno degli esperimenti fatti in quella direzione.
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