Pinyin

Il pinyin è il sistema che si usa per trascrivere in alfabeto latino la scrittura cinese.

Sostituisce il precedente sistema Wade-Giles, che era basato sulla fonetica inglese.

È utile anche per immettere parole cinesi in un computer usando una normale tastiera.

Il sistema è stato messo a punto nel corso del Novecento, nell’ambito di una profonda riflessione sulla riforma della scrittura che ebbe il suo culmine negli anni Cinquanta.

Nella scuola, il pinyin prese il posto del bopomofo, un alfabeto creato appositamente per la traslitterazione del cinese standard e che è tuttora uno dei sistemi utilizzati per l’inserimento della scrittura sulle tastiere a Taiwan, insieme al cangjie e al dayi.

Dal 1982 il pinyin è adottato dall’Organizzazione Internazionale per le Standardizzazioni come standard per la romanizzazione del cinese moderno.

Fa uso delle normali consonanti, talvolta combinate con la h, mentre le vocali hanno diversi segni diacritici per indicare i toni della lingua cinese. Visto che i toni sono cinque, oltre alla versione di base non accentata le vocali possono avere i due accenti che si usano anche in italiano (grave e acuto, rispettivamente per il secondo e il quarto tono), il macron (un trattino sopra la lettera, per indicare il primo tono), o la pipa (una piccola v sopra la lettera, per il terzo tono).

L’articolo di Wikipedia in italiano che si occupa dell’argomento fornisce lunghe tabelle piene di ideogrammi con le relative trascrizioni e tantissime indicazioni per chi sta studiando cinese.

Normalmente lo strumento di ricerca dei browser non fa caso al diacritico presente sulla vocale: cercando nella pagina la parola sheng vengono fuori sia i risultati in cui è presente il diacritico che indica il primo tono sia quelli in cui c’è il terzo tono.

Non tutti i font sono adatti per trascrivere il cinese secondo questo sistema. Uno di quelli più popolari disponibili su Google Fonts, l’Open Sans ha le vocali col macron ma non quelle con la pipa. Il Lato non ha nessuna delle due versioni. In entrambi i casi invece non c’è nessun problema per i testi in lingua italiana, visto che gli accenti acuto e grave sono disponibili. 

Questione di blocchi: nel Latin-1 Supplement ci sono solo vocali con accento grave, acuto e circonflesso, con la dieresi, a volte con la tilde, e solo la a con l'anello. Gli altri diacritici si trovano nel blocco Latin Extended-A, di cui non tutti i font designer si occupano.

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