Una vecchia pressa da stampa

Molti video che si trovano su Youtube e riguardano vecchie presse da stampa sono di poche parole. Di solito servono per vendere il prodotto usato a qualche appassionato, quindi si limitano a mostrare la macchina in funzione e a fornire alcuni basilari dati tecnici, o almeno un link al sito.

A volte non fanno neanche quello.

C’è questo video di sei anni fa della durata di due minuti in cui viene mostrata una macchina in funzione (una platina). Lavora a vuoto, senza fogli e senza inchiostro. La cosa è un po’ triste. Le inquadrature però sono fisse sui dettagli, con stacco tra una e l’altra. Insomma, non un lavoro amatoriale di chi regge in mano un cellulare davanti a qualcosa che non capisce.

Interessante il meccanismo che prende e toglie i fogli. Mentre nella Heidelberg i bracci ruotano come le pale di un mulino a vento, qui abbiamo due bracci che rimangono sempre orizzontali. Uno si muove da un ripiano inferiore verso la platina, uno scende da un ripiano superiore. A giudicare dall’ordine in cui agiscono, il primo è quello che mette i fogli e il secondo è quello che li leva (quindi è il secondo a scattare in avanti per primo quando la pressa si riapre).

Nessuna parola nel video, solo il cigolare ritmico della macchina in funzione.

Zitto zitto, il filmato ha superato le 31 mila visualizzazioni in 7 anni.

Sono arrivati una ventina di commenti. Alcuni si complimentano per quanto è pulita e ben tenuta la macchina. In effetti si trova in una stanza vuota, quindi evidentemente non è utilizzata.

Altri cercano di capire di che macchina si tratta, in mancanza di indicazioni.

Qualcuno dice che gli ricorda una Victoria, altri una Autovic, altri ancora nominano la Kluger, o Hooner E Kluger (intendendo Kluge, credo).

L’utente ha caricato soltanto un altro video, cinque anni fa. Un’altra pressa da stampa che lavora a vuoto. Stavolta si tratta di una pedalina, che deve il nome al pedale centrale, premendo ritmicamente il quale si può far girare la ruota e mettere in funzione il meccanismo. In questo caso però è presente un motorino collegato alla presa della corrente, che viene fatto girare a tutta velocità.

A differenza della macchina precedente, questa non ha un dispositivo per il caricamento dei fogli, quindi era l’utente che con una mano doveva togliere il biglietto stampato (era una macchina per formati piccoli) e con l’altra mettere quello da stampare.

C’era il rischio di rimanere con le dita schiacciate, ma soprattutto quello di non riuscire a posizionare correttamente il biglietto tra un’impressione e l’altra. La velocità di funzionamento quindi dipendeva dall’abilità dell’operaio che la manovrava, cioè dalla sua abilità nel posizionare rapidamente i biglietti nella posizione corretta.

Solo quattro i commenti qui. Un utente nota che invece del piatto rotante c’era il cilindro per il caricamento dell’inchiostro.

Stavolta il titolo ci dà qualche indizio: c’è scritto “Richard Gans platen press”.

C’ una scheda sul sito dell’Associazione Europea dei Musei della Stampa in cui si vede una macchina del genere, riconoscibile dai due pinnacoli decorativi in alto.

Nelle foto si vede una macchina restaurata in Polonia nel 2017 (la stessa?) per conto di un committente spagnolo, mi sembra di capire. Era stata messa in vendita (tagliacarte a pedale in omaggio). Chissà come è andata a finire.

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