Yale

Il tipo di carattere Yale è stato disegnato da Matthew Carter e viene fornito gratuitamente a tutti i membri dell’omonima università americana che si trova nel Connecticut, ma solo per essere usato in opere che hanno a che vedere con l’istituzione.

È ispirato ai caratteri storicamente usati nelle pubblicazioni dell’università, e le sue radici affondano fino ai caratteri incisi da Francesco Griffo per il De Aetna di Pietro Bembo, pubblicato a Venezia da Aldo Manuzio alla fine del Quattrocento.

Una copia del libro originale si trova nella Biblioteca di Libri Rari e Manoscritti di Yale.

I caratteri di Griffo sono stati fonti di ispirazione anche per Stanley Morrison, che nel 1929 ha disegnato il Bembo, tuttora in commercio.

Il sito dell’università mostra tutte le maiuscole, minuscole, maiuscolette, numeri maiuscoli e minuscoli per tutte e quattro le versioni di base del carattere Yale (regular, bold, italic e bold italic), più la versione display (che si usa per i titoli) e Street (che si usa per la segnaletica).

Inoltre suggerisce un compagno per lo Yale: il sans serif Mallory Calibrate Book, di cui si è occupato Tobias Frere-Jones. Entrambi i disegnatori lavorano o hanno lavorato per l’università (nella facoltà di Arte).

Infine vengono suggeriti altri due font: il Serifa, che è uno slab, e lo Snell Roundhand, che a prima vista sembra una corsiva inglese, anche questa disegnata da Matthew Carter.

A guardarla meglio non è poi tanto inglese. My Fonts tagga lo Snell con le parole english e 1800s (oltre che romantic, dinner invitation, formal, eccetera), ma nella descrizione c’è scritto che si basa sulle calligrafie per la scrittura a mano del diciottesimo secolo, ossia del Settecento.

E in effetti i tratti ascendenti delle minuscole non hanno occhielli, la forma è pressoché quella del corsivo italico con lettere avvicinate tanto da unirsi.

Mi ricordano le stampe realizzate in Italia da Piranesi a quell’epoca.

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