Heidelberg Ohz
Tra i vari video messi su Youtube per favorire la vendita di apparecchiature professionali ormai superate, ce n’è uno dedicato ad una Heidelberg Ohz del 1957. Solo pochi secondi in cui la si vede girare a vuoto, senza fogli e senza inchiostro. Giusto per rassicurare un eventuale compratore sul fatto che la macchina è funzionante.
Vari scatti dedicati a una macchina del genere sono stati pubblicati su Archivio Tipografico. La macchina fotografata è stata di proprietà della tipografia Marchisio di Torino, risale al 1952, pesa 5 tonnellate e può stampare un formato massimo di 50x70 cm. La velocità massima è di 4 mila copie l’ora, con quindici scatti di velocità.
“La Ferrari di Giuseppe Marchisio”, la definisce il sito.
“Heidelberg Ohz” è il titolo di un brano da tre minuti caricato su Bandcamp in un album intitolato Sinfonia Meccanica. Dovrebbe trattarsi dei suoni di alcune parti della macchina registrati e combinati in maniera sperimentale.
Il progetto è nato per un’esposizione proprio ad Archivio Tipografico, nel 2019. Ogni traccia è dedicata ad una macchina diversa. La quinta (su cinque) è dedicata a una macchina italiana: la Nebiolo Ideale 30.
Era stata messa a punto anche un’edizione limitata di 60 copie di un libretto stampato con le macchine usate per realizzare le tracce.
L’intento è quello di mettere in evidenza alcuni suoni caratteristici. Nulla a che vedere col lavorare ritmico delle apparecchiature che si poteva ascoltare comunemente nelle tipografie all’epoca: si sentono vari click, fruscii e suoni imprecisati in un contesto manipolato elettronicamente. Perfetto per fare da sottofondo ad un’esposizione, ma molto criptico per chi non è del mestiere.
Sul sito di Archivio Tipografico è possibile vedere foto delle altre macchine che sono state incluse nel progetto. La Nebiolo Ideale 30 è una platina ad avvicinamento parallelo. Quella che si trova nell’Archivio Tipografico è stata fabbricata nel 1960 ed era usata dalla tipografia Valle Mosso di Torino.
Nessuno spiega come funzionava l’avvicinamento parallelo. Non si trovano su Youtube filmati di questa macchina o di macchine simili.
Un’altra platina ad avvicinamento
parallelo è la Salf, di cui si possono vedere alcune immagini sul
sito di Anonima Impressori. La superficie su cui devono essere disposti i fogli è obliqua, ma il perno è centrale e collegato a due bracci, per cui si può provare ad immaginare come avveniva il movimento. Che non era insolito per macchine di questo tipo, ma era diverso rispetto ad altre platine, come per esempio quella della Heidelberg, nella quale il perno era in basso, non a vista.
Sulla pianocilindrica Heidelberg che si vede nel primo filmato compare anche la scritta Mossmann, che è il nome di un’azienda svizzera. Nessuno però spiega che rapporto c’è tra questa e Heidelberg.
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