Hipster Script
Il sito di Sudtipos dà ai suoi visitatori un benvenuto molto calligrafico. Non solo il disegno in movimento per riempire l’attesa non è una clessidra o un orologio ma uno svolazzo calligrafico ottocentesco che si disegna da solo, ma il font scelto per il titolo è uno script: Hipster Script Pro.
“L’Hipster Script è un altro dei miei abituali tentativi di ridurre il divario tra manuale e digitale”, scrive Alejandro Paul in descrizione. “In questo caso ho provato ad articolare il lettering a pennello, cercando di emulare a computer la pittura continua”.
L’ispirazione è tratta dalle pubblicità del dopoguerra, con qualche adattamento al gusto moderno, dice.
Effettivamente l’aspetto complessivo è molto retrò, ricorda l’immaginario delle pubblicità degli anni Cinquanta, con le famigliole sorridenti e spensierate che acquistano fiduciose i prodotti dell’industria.
Il font è in circolazione dal 2012. Un solo stile, ad un prezzo non troppo accessibile, 80 dollari (-1).
A Fonts In Use ne è stato segnalato un uso soltanto, per un sito web in lingua tedesca, in versione leggermente personalizzata.
Identifont non fornisce l’anteprima di questo font, ma lo conosce e elenca alcuni lavori simili: No. Seven, Filmotype Hemlock, Hollie Script, Sugar Pie, Streetscript, Cinema Script, Black Script, Alek, Lager e Monday.
Per usi simili, volendo scegliere qualcosa da Google Fonts, a me viene in mente il Pacifico, che però al confronto con l’Hipster è più rigido e impacciato.
La r del Pacifico poi ha la forma stampatella mentre quella dell’Hipster è corsiva.
La t del Pacifico forma un occhiello in alto come fosse una l mentre quella dell’Hipster no.
Visto che sul sito non c’è l’anteprima è impossibile fare un confronto d’insieme tra i due font a colpo d’occhio.
Si potrebbe però usare il blender per passare da uno all’altro saltando sui caratteri simili. Il risultato è più lungo di quello che mi aspettassi: prevede ben nove font intermedi. E più si scorre la lista e più è evidente che qualcosa non quadra, perché diventano sempre più stampatelli.
L’inghippo è costituito dal fatto che la meta è un altro font che si chiama Pacifico, di cui il sito non ha né l’anteprima, né il nome dell’autore, né l’anno, ma solo l’editore: Aerotype.
Identifont conosce anche il Pacifico di Google, e ne fornisce l’anteprima, ma ahimè non lo ha catalogato rispetto ai caratteri simili. Quindi dal sito si può vedere come è fatto ma non si può trovare il percorso che lo collega all’Hipster. Che non si può vedere, ma chissà come è stato catalogato in relazione ai lavori simili. Mah.
Comunque, anche se non c’entra niente, do un’occhiata al Pacifico di Aerotype su My Fonts. Ci sono degli specimen molto interessanti, e il carattere ha un bell’aspetto. La famiglia è composta da tre stili. Oltre a quello di base troviamo lo Shadow e l’Alternate, che permettono di mostrare solo le ombre, o lettera più ombra.
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