La linotype di Gagliardi Giovanni
Su Youtube c’è un video intitolato “Linotype di Gagliardi Giovanni” che mostra una vecchia linotype in azione. È stato caricato nel lontano 2010. Purtroppo è un filmato amatoriale, e quindi non contiene informazioni sul contesto: a quando risale la macchina, quando e come veniva usata, dove. Si sa solo che il filmato è italiano, a giudicare dal nome e dalle poche parole che si sentono qua e là.
Su una parte delle immagini c’è una colonna sonora musicale standard, mentre nella parte centrale del video si possono sentire i rumori d’ambiente.
La trama è semplice: si entra in una vecchia bottega in cui c’è una linotype, un banco di composizione, una macchina per pulire le matrici, vari magazzini e pacchi di matrici. Un anziano linotipista accende la macchina, che era caratterizzata da un movimento continuo di un albero principale che si comunicava alle varie parti tramite cinghie e ingranaggi. Compone poi varie righe di testo battendo sulla particolare tastiera, sulla quale le maiuscole e le minuscole si trovava su tasti separati, come pure i simboli. I tasti sono raggruppati in tre settori di tre colori diversi.
Su queste macchine alla pressione del tasto corrispondeva la caduta dall’alto delle matrici corrispondenti, che andavano ad allinearsi nel compositoio. Quando la riga era pronta, veniva mandata in fusione. La macchina pompava il metallo fuso sulle matrici. Il metallo si solidificava, la riga con le lettere in rilievo usciva in basso, affiancandosi a quelle che erano uscite in precedenza, mentre le matrici venivano riportate automaticamente in alto per finire essere smistate di nuovo nel magazzino.
Chi già conosce le varie fasi di funzionamento del macchinario riesce a riconoscerle nel filmato, dove le operazioni vengono ripetute varie volte e inquadrate da diverse angolazioni. Nei commenti c’è chi dice che il filmato gli è stato utile. Ci sono inoltre i commenti dei nostalgici che hanno lavorato a macchine del genere e le ricordano con affetto.
Le linotype sono un’invenzione ottocentesca. Definite dall’inventore della lampadina “l’ottava meraviglia del mondo”, sono rimaste in attività nelle tipografie e nelle redazioni dei giornali fino all’inizio degli anni Ottanta del Novecento, quando sono state sostituite dalla fotocomposizione e dal computer.
Sulla macchina che serve per pulire le matrici che si vede nel filmato compare la scritta “Aspac – Automatic Matrix Cleaner”.
Una lavatrice dello stesso tipo si trova conservata al Museo della Stampa e Stampa d’Arte a Lodi. “Apparecchiatura automatica per il lavaggio delle matrici in bronzo delle macchine linotipiche. Funzionamento elettrico”, dice la scheda che si trova sul sito Lombardia Beni Culturali. L’anno di fabbricazione è successivo al 1950.
La macchina pesava ben 70 chili.
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