Rock Hard

Chi scrive articoli per giornali e riviste di solito non deve fare nessuna scelta in materia di font, perché le decisioni sono state prese dall’alto in precedenza una volta per tutte.

A volte neanche chi impagina decide in proprio. Il direttore ha stabilito che tutti gli articoli devono essere scritti in un determinato font, indipendentemente dal contenuto e dalla personalità di chi scrive. E anche i font da usarsi per titoli, didascalie, sommari, etichette varie sono già fissati a priori.

Un’altra possibilità è quella di stabilire una rosa limitata di font tra cui scegliere. Si sa che bisogna movimentare la prima pagina di un quotidiano alternando un serif sottile, un serif spesso, un corsivo, un sans normale, un sans geometrico e un sans stretto (e magari uno slab), e ogni giorno l’addetto all’impaginazione trova una combinazione diversa usando gli stessi ingredienti. Però non c’è un legame diretto tra font usato e contenuto dell’articolo. Un sans-serif può essere utilizzato per una notizia di cronaca, di sport, di esteri o di politica a seconda della giornata.

Non tutti i giornali sono costretti a lavorare in maniera così monotona. Un esempio di rivista in cui si fanno di volta in volta delle scelte creative è Rock Hard, mensile musicale italiano che si occupa del genere metal.

Il font da usarsi per gli articoli è uguale per tutti: è il Pt Sans, che si può scaricare gratuitamente da Google Fonts, riconoscibile per la Q con coda staccata. Forse è stato scelto un senza grazie per facilitare la lettura, date le piccole dimensioni del testo (interlinea 8 e mezzo). L’allineamento è a sinistra. Le foto sono rettangolari, separate dal testo (in altre riviste le braccia dei personaggi scombussolano il testo, intrufolandosi tra le parole e rendendo ogni riga di lunghezza diversa).

Per quanto riguarda i titoli, visto che ogni articolo è dedicato a un gruppo musicale diverso, è stato scelto di inserire il logo della band, in maniera da attirare immediatamente l’attenzione dei fan. Come è noto, nel metal ogni gruppo dedica grande attenzione all’aspetto grafico del nome della band, che spesso contribuisce a classificare ciascun gruppo prima ancora di averne sentito le canzoni. Usare lettere celtiche, gotiche, geometriche rivela le influenze al primo sguardo.

Ogni articolo però merita un titolo, e qui i redattori devono intervenire in maniera creativa. Perché invece di usare lo stesso font per tutti, hanno l’incarico di usarne uno diverso per ciascuna band, scegliendolo in maniera tale che si intoni col logotipo.

Se il nome della band è scritto in caratteri celtici, si può scegliere qualcosa che ricordi quell’immaginario. Idem per i caratteri gotici. Se le lettere nel logo sono sporche, si può scegliere un font con lettere diverse ma sempre sporche. Se i tratti nel logo sono sottili, anche nel font che si usa per il titolo possono esserci tratti sottili. Ovviamente se il nome della band è fatto di schizzi proiettati in tutte le direzioni, non si può usare un font simile per scrivere il titolo dell’articolo. Il quale ha la sua funzione e deve essere leggibile. Quindi ci si può mettere ad esempio un normale sans serif.

Accanto ad ogni articolo compaiono delle frasi estrapolate dal testo e stampate in caratteri più grandi. Anche in questo caso, anziché usare sempre lo stesso font, i redattori ne possono scegliere uno che si intoni con la grafica della pagina.

Insomma, sfogliando la rivista, ad ogni articolo c’è una sorpresa. Non ho contato quanti font sono stati utilizzati, ma saranno varie decine.

La rivista è di 148 pagine. Prendendola in mano, si intuisce abbastanza chiaramente tutto il lavoro che c’è dietro. La home page di un sito web non può dare la stessa sensazione, perché in ogni caso non se ne può avere una visione di insieme.

Inoltre sfogliando il mensile ci si rende conto che ogni pagina segue uno schema diverso, e quindi c’è stato bisogno di un certo lavoro per realizzarla.

Le pagine web invece,  di solito si impaginano in automatico secondo un layout abbastanza rigido. E non parliamo dei social network.

Lo so che la carta stampata sta lentamente scomparendo, ma con lei spariscono anche tante sensazioni interessanti.

Cerchiamo di approfittarne, finché esiste.

Il logo è in caratteri gotici, il titolo anche.

Nel logo ci sono linee curve, è stato scelto per il titolo un font con una A particolarissima.

Non c'è corrispondenza diretta: logo slab sporco, titolo sans dalla E ondulata. Però non è neanche fuori luogo, e i colori sono scelti in maniera da essere compatibili tra di loro e con lo sfondo scuro.

Un carattere rétro per evoare i pirati, anche se il logo ha uno stile completamente diverso.


Una band col logo celtico (bella l'iniziale col nodo) merita un font che ricordi lo stesso immaginario... a cui è stato aggiunto il colpo di scena finale della parola "folk", realizzata con un insolito monoline geometrico decorato che ricorda l'arte primitiva. Non ho cercato i nomi dei font utilizzati, ma immagino l'impegno di chi cura la grafica di queste pagine, e cerca di volta in volta i font adatti ad ogni contesto.

 

Commenti

Post più popolari