Torchio calcografico e acquaforte

Su Youtube è stato caricato dieci anni fa un video di presentazione di un torchio calcografico a stella in acciaio e alluminio. È stato usato alluminio in alcune parti per rendere più leggera la struttura. Il rullo, di 15 centimetri di diametro, fa un giro completo ogni quattro giri della stella grazie alla demoltiplica. È possibile smontarlo per trasportarlo in caso di trasloco. Il foglio può avere dimensioni massime di 50x70. Un altro modello riesce ad arrivare fino a 70x100. 

L’altezza massima del rullo dal piano può essere di 2,5 cm, per stampa su supporti di diverso genere.

Le parti in acciao sono state sottoposte ad un procedimento di zincatura elettrolitica per evitarne l’ossidazione.

Il video è stato realizzato da Calcografia.it, un sito che fornisce articoli per belle arti di tutti i generi: torchi, lastre di zinco e punte per incisione, carta, tele, cavalletti da pittura, colori, colle e gessi, pennelli, tavolozze, spatole, attrezzatura per la linoeleografia, ceramica eccetera.

I torchi calcografici sono ancora esposti sul sito, ma per conoscerne il prezzo bisogna aggiungerli al carrello e richiedere il preventivo.

Su Google Shopping se ne trovano sia di piccoli da trecento euro, da banco sia di grandi da oltre mille euro.

Modelli con cavalletto incluso possono arrivare anche a tremila – quattromila euro.

Se ne possono vedere vari sul sito Amicucci.it, su cui si vendono anche molti altri materiali per belle arti di tutti i generi, soprattutto disegno, pittura, stampa (anche cappe di aspirazione, compressori, essiccatoi, forni per ceramica, piastre riscaldanti...)

Un video in italiano che spiega come funziona il metodo della stampa calcografica è stato caricato cinque anni fa su Youtube da Circolo Verzeletti. La tecnica è quella dell’acquaforte. Il materiale utilizzato è una lastra di zinco.

La lastra deve essere lucidata e trattata con carbonato di calcio, protetto nella parte posteriore con una vernice spray.

La vernice per acquaforte deve essere spalmata a mano con un pennello.

Dopo l’asciugatura, la lastra deve essere affumicata (con una lampada a petrolio sotto una cappa aspirante).

Il disegno deve essere realizzato incidendo la vernice sulla lastra con una punta di acciaio. Il disegno va realizzato rispecchiato rispetto a quello che si vuole ottenere sul foglio. È impossibile cancellare gli errori, quindi bisogna pensarci bene prima di tracciare ogni segno.

Visto che la vernice è scura, l’effetto del disegno è quello di un negativo: i tratti da stampare saranno chiari mentre dove il foglio rimane bianco la lastra è scura.

La carta che deve essere utilizzata è particolare. Inoltre va tenuta a bagno per essere ammorbidita, visto che deve penetrare nelle incisioni sulla lastra.

La morsura della lastra viene effettuata con acqua e acido nitrico.

È possibile ottenere solchi di diversa profondità, coprendo con una vernice quelli che hanno raggiunto la profondità giusta e immergendo di nuovo la lastra nell’acido per continuare ad approfondire gli altri.

La vernice sulla lastra viene tolta con un solvente.

L’inchiostro viene preparato su una superficie di vetro, e poi spalmato sulla lastra con una spatola, e premuto nei solchi con un tampone.

Bisogna poi togliere l’inchiostro dalla superficie usando tarlatana e carta velina.

Ogni stampa è quindi un’operazione laboriosa. Questa tecnica serve per produrre opere d’arte e non è adatta per le grandi tirature. In caso si vogliano ottenere aloni particolari, è necessaria una cura ancora maggiore.

Il torchio che si vede nel filmato sembra essere quasi tutto in legno, ed ha un piano molto più grande della lastra utilizzata.

La carta bagnata da utilizzare deve essere asciugata con fogli di giornale per essere pronta all’uso.

Tra il rullo e la carta è presente uno strato di feltro.

Il foglio umido va sollevato delicatamente, per non strapparlo e per non rovinare la stampa.

In coda al filmato c’è un accenno ad altre tecniche di stampa calcografica utilizzabili con lo stesso torchio.

Secondo Wikipedia, la tecnica dell’acquaforte è stata messa a punto tra Quattrocento e Cinquecento.

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