Block Book
Su Wikipedia in italiano non c’è un articolo dedicato a quelli che in inglese si chiamano block book, in tedesco blockbuch, in francese incunable xylographique e in spagnolo incunable xilografico.
Si tratta di libri composti di un massimo di cinquanta fogli stampati nel quindicesimo secolo con la tecnica della xilografia. Testo e illustrazioni venivano tracciati, rispecchiati, su una tavoletta di legno. Tutte le parti non destinate alla stampa venivano incise, lasciando in rilievo soltanto i tratti delle lettere o dei disegni, che venivano inchiostrati e contro cui veniva premuto un foglio di carta per ottenere la stampa.
Il sistema era più scomodo rispetto a quello attribuito a Gutenberg, che prevedeva l’uso di caratteri mobili in metallo. Il legno è più fragile rispetto alla lega a base di piombo e si deteriora dopo un numero relativamente basso di copie. Non è possibile la produzione in serie mediante stampi e metallo fuso, ma ogni matrice deve essere incisa a mano. Inoltre non era previsto l’uso di una pressa, quindi bisognava strofinare a mano la parte posteriore del foglio per premerla contro i caratteri in rilievo. Anche l’inchiostro usato aveva qualche difetto: era a base d’acqua anziché di olio.
Visto che un lato del foglio doveva essere strofinato per ottenere la stampa sull’altro lato, doveva essere lasciato bianco, perché appunto lo strofinio avrebbe scolorito l’inchiostro a base d’acqua. I fogli venivano rilegati in maniera tale da avere due facciate stampate adiacenti e poi due pagine vuote e così via. Poi le facciate vuote venivano incollate una all’altra in maniera tale da non avere pagine bianche nel testo.
Tutti questi difetti hanno sempre fatto pensare che questa tecnica era precedente all’invenzione della tipografia da parte di Gutenberg, ma Wikipedia racconta che l’esame della filigrana della carta, dei resoconti sul primo acquisto di queste opere e degli interventi di decorazione riconducono quasi sempre a date successive al 1460, quando la tecnica tipografica era già conosciuta.
Insomma, si sarebbe trattato di un’alternativa economica all’invenzione di Gutenberg, visto che non richiedeva l’uso di pressa e forni per la fusione dei caratteri.
I testi sono soprattutto religiosi destinati a un pubblico popolare, con molte illustrazioni, che venivano colorate a mano.
In alcuni casi solo le illustrazioni erano realizzate con la tecnica della xilografia, mentre i testi venivano aggiunti a mano come sui normali manoscritti. Si parla di libri chiro-xilografici (dal greco cheir che vuol dire mano).
La tecnica di stampare su una sola facciata del foglio viene chiamata anopistografica, contrapposta a quella opistografica che coinvolge entrambe le facciate.
Wikipedia in inglese contiene una lista delle opere stampate con questa tecnica sopravvissute al tempo, e specifica il luogo in cui è conservata ciascuna.
Tra queste notiamo una raccolta di illustrazioni ispirate all’Apocalisse, una ispirata al Vangelo, l’Arte Di Morire, la Bibbia Dei Poveri, lo Specchio Dell’Umana Salvezza, la Danza Della Morte e una grammatica di Elio Donato. Quest’ultimo è l’unico incunabolo xilografico conosciuto a non avere illustrazioni. Il nome dell’autore l’abbiamo già sentito nominare: visto che uno dei suoi testi era normalmente in uso nelle scuole di grammatica, lo stesso Gutenberg ne stampò un’edizione, precedente alla stampa della Bibbia.
A causa della loro natura popolare, solo pochi incunabuli xilografici sono sopravvissuti fino ad oggi. Di molti ne sono rimasti soltanto frammenti, o comunque un’unica copia.
Un facsimile dello Speculum Humanae Salvationis stampato a suo tempo in Olanda è stato realizzato in 550 copie da Ziereis Facsimiles.
Si tratta di un’edizione di pregio e il prezzo non viene specificato. Altri facsimile relativi allo stesso titolo, realizzati sulla base di manoscritti tre-quattrocenteschi sono in vendita a 800 euro o oltre 3 mila, sullo stesso sito.
Lo stesso sito offre anche un facsimile della Bibbia di Gutenberg a quasi 3 mila e 500 euro, e un Milione di Marco Polo a oltre 1.000 euro.
Commenti
Posta un commento