Come si stampa un giornale

Il Post è un sito di informazione particolare: invece che puntare sulla pubblicazione di riassunti di lanci di agenzia e comunicati di tutti i tipi in grande quantità e senza approfondimenti per attirare click, pubblica pochi articoli ma approfonditi e interessanti. Varie volte mi è capitato di linkarne qualcuno in tema di font e tipografia. Sono anche facili da ritrovare perché taggati correttamente e gratuiti.

A gennaio scorso ne è uscito uno che finora mi era sfuggito: parla della stampa dei quotidiani.

Un settore in crisi: tramite internet arriva un numero maggiore di informazioni rispetto a quelle di cui la gente ha bisogno, senza dover pagare o abbonarsi. In pochi vanno in edicola a comprare un’edizione cartacea del giornale, e di solito sono le generazioni precedenti. Le nuove generazioni sono più propense a scaricare una versione digitale del giornale, o ad abbonarsi all’edizione online se ne hanno bisogno. Non a caso le edicole stanno scomparendo: molte sono già chiuse o sono in vendita, e nessuno le compra.

Il Post ha visitato il Centro Stampa Quotidiani di Erbusco, circa a metà strada tra Bergamo e Brescia, e qui ha ottenuto vari dati: dal 2008 è iniziato il declino delle copie stampate, al ritmo del 10 per cento l’anno. Nel 2007 si stampavano 160 milioni di copie, con quattro quotidiani. Quest’anno si stamperanno 90 milioni di copie, con 10 quotidiani.

Oltre al calo delle vendite, c’è l’aumento dei prezzi delle materie prime a influire sulla produzione. Dall’inizio dell’anno scorso a oggi il costo della carta è aumentato del 250%, quello dell’inchiostro del 30%. Prima ogni quotidiano aveva una propria tipografia. Ora al disotto delle 25 mila copie non conviene più avere un centro stampa di proprietà.

Per evitare che l’umidità indebolisca la carta fino a farla strappare interrompendo la produzione i locali devono essere climatizzati per tutto il giorno. E questa spesa è fissa indipendentemente dal numero di copie stampate.

La struttura è stata fondata nel 2000 dall’Eco di Bergamo e dal Giornale di Brescia, che si trovarono nello stesso momento a dover cambiare le rotative e pensarono bene di dividere le spese di costruzione di un nuovo centro stampa. Col passare del tempo si sono aggiunti altri giornali.

Molti processi sono automatizzati, per cui si stampano sulle 70 mila copie l’ora.

I due quotidiani fondatori vengono stampati per ultimi, in maniera tale da poter inserire nell’edizione le ultime notizie disponibili. Gli altri devono chiudere prima, e difficilmente succede che si blocchino le macchine per aggiornare l’edizione con le ultime notizie. Esiste il web, tutti i fatti dell’ultimo minuto possono essere inseriti sul sito e diffusi via social rimandando l’articolo cartaceo all’edizione successiva.

Le comuni stampanti da ufficio non hanno una matrice al loro interno: “disegnano” la pagina di volta in volta. Dovendo effettuare una correzione, basta bloccare la stampa, correggere il file e riattivare la stampa. Nelle rotative invece tutto si basa su una lastra in alluminio montata fisicamente all’interno della macchina. Anzi, su quattro lastre di alluminio, una per ognuno dei colori fondamentali.

Queste lastre vengono prodotte in un reparto apposito. Le redazioni inviano al centro stampa il file in formato Pdf. Un software scompone ogni pagina nelle sue quattro componenti: ciano, magenta, giallo e nero. Una macchina incide la superficie delle lastre in corrispondenza delle parti in cui deve aderire l’inchiostro. Un’altra macchina tratta la lastra in maniera da poterla fissare alla rotativa. Le lastre vengono poi prese e portate alla rotativa a mano.

Insieme all’articolo, il Post ha pubblicato anche i filmati che mostrano il loro tour all’interno del centro stampa, con tanto di montaggio e sottotitoli.

A differenza delle stampanti da ufficio, le rotative richiedono delle regolazioni particolari per le quali l’intervento umano è fondamentale. Gli operatori iniziano a stampare alcune copie, ne prendono una e osservano il risultato confrontandolo col Pdf. Se notano un difetto, ad esempio il blu è troppo scolorito, effettuano la correzione, aumentando la quantità di blu. Riavviano la stampa e aspettano di vedere dei miglioramenti.

Questa procedura va avanti non fino ad ottenere un risultato perfetto, ma un risultato accettabile nei tempi previsti.

Se si dovesse andare troppo per le lunghe infatti si perderebbe completamente la possibilità di far arrivare fisicamente il giornale nelle edicole di alcune zone, vanificando l’intero processo di stampa. La tempestività è più importante della perfezione.

In un video sono state messe le immagini che documentano la fase di prestampa, in un altro, più lungo, si vedono le fasi di stampa e distribuzione a partire dal trattamento della carta.

Per poter stampare tutte quelle copie è necessario avere un magazzino climatizzato pieno di bobine. Il magazziniere deve scegliere la bobina più vecchia, di volta in volta. Il trasporto avviene grazie a robot autonomi a guida laser.

Le quattro parti della macchina che stampano ciascuno dei quattro colori fondamentali su ogni pagina non si trovano una di seguito all’altra, ma una sull’altra a formare delle “torri”.

Ogni torre stampa otto pagine, che poi verranno tagliate in due fogli messi uno sull’altro. I fogli delle varie torri confluiscono in maniera tale da comporre un giornale unico, che poi subisce due pieghe. 

Le copie vengono suddivise in pacchi, e su ogni pacco vengono inserite le indicazioni sull’edicola a cui deve essere spedito. Grazie ai codici a barre sarà una macchina a smistare i vari pacchi sugli opportuni nastri trasportatori. Le copie destinate agli abbonati dovranno essere dotate ciascuna del proprio indirizzo di destinazione. 

Ogni nastro trasportatore si conclude là dove alcune persone caricheranno il tutto sui furgoni per iniziare la distribuzione alle edicole. E qui comincia un’altra storia che mi pare che nessuno ha mai raccontato. Almeno, non mi è mai capitato di vedere un video dedicato a coloro che nel buio che precede l’alba vanno in giro nelle città, e fuori, per scaricare ogni pacco nell’edicola a cui è destinato.  

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