I tag
I vecchi tipografi rimangono spiazzati dalla quantità enorme di font che sono stati lanciati sul mercato nell’era dei computer. In precedenza esisteva una quantità limitata di fonderie industriali, ognuna delle quali pubblicava il suo bel catalogo. Per farsi un’idea di tutto quello che c’era in circolazione bastava semplicemente procurarsi i vari campionari e sfogliarli. Ma oggi che solo My Fonts si vanta di avere oltre 40 mila font in vendita, come si fa solo a pensare di avere un solo catalogo stampato in cui si possano vedere tutti? E i font che sono disponibili sulle altre piattaforme? E anche volendo consultare i siti web, come si fa ad avere un quadro completo di tutte le possibilità a disposizione? Come ci si orienta? Come si fa a trovare quello che serve?
Una prima soluzione al problema può essere quella di suddividere i font in categorie. Lo ha fatto Google Fonts, scegliendo cinque categorie (serif, sans, display, handwritten e monospace), in maniera tale che chi cerca un monospace non deve scorrere anche i font proporzionali. Ma questo sistema va bene con un archivio ridotto. Ora che il sito ha raccolto oltre mille font, la faccenda comincia a diventare complicata: per trovare un font western bisogna scorrere tra i medievali, la fantascienza, gli stencil e tutto il resto.
Dafont ha un numero maggiore di categorie, raggruppate in gruppi più ampi. Possiamo trovare solo i font pixel, o solo quelli di Natale o quelli rétro in maniera molto rapida. Questo sistema però ha delle controindicazioni. Permette di inserire i font in una sola categoria. Così se cerchiamo tra i serif normali non troviamo ad esempio i serif rétro. E se cerchiamo tra i rétro non troviamo il font che ci serve, che magari ha i contorni irregolari ed è stato inserito nella categoria Rovinato. Addirittura ho trovato un font ispirato al carattere serif rovinato di un vecchio quotidiano nella categoria Macchina Per Scrivere. Come fa a trovarlo, chi lo cerca?
La soluzione ulteriore, quindi, è quella di ricorrere ai tag, ossia a parole che descrivono il font o ne suggeriscono gli usi. Ad ogni font possono essere associati vari tag. Un serif rétro rovinato può essere taggato Serif, Rétro e Rovinato, per comparire nelle ricerche di chiunque digiti una di queste tre parole.
Non c’è limite ai tag, quindi si possono mettere non soltanto parole che descrivono le lettere, ma anche parole che suggeriscono gli usi o i contesti. Ad esempio Party o Romantic o Website o Nature o Greeting Card.
Sembrerebbe il sistema ideale, senonché il problema è che l’assegnazione dei tag non è centralizzata. Ogni fonderia assegna i tag secondo i propri criteri. Ce ne sono alcune molto avare, altre generosissime.
Ad esempio, il Bauhaus 93 è un font ideale per i party, quindi potrebbe essere tranquillamente taggato Disco, Club, Dance o roba del genere. Invece è taggato solo: Heading, Decorative, Bauhaus, Business, Geometric, Office e Publisher. Il risultato è che se uno cerca Disco o 70s (anni Settanta) non lo trova, anche se sarebbe adatto. Invece chi ha un’azienda seria e cerca Business trova il Bauhaus 93 che non è necessariamente il miglior font per impaginare i documenti di un’impresa quotata in borsa.
Il caso opposto è il Lemon Yellow Sun, un font disegnato da David Kerkhoff di Hanoded. Semplici lettere stampatelle strette monoline disegnate a mano. Ci sono ben 21 righe (!) di tag, ognuna delle quali ne contiene all’incirca 16. Insomma, a occhio e croce siamo intorno ai 300 tag.
Troviamo: Narrow, Legible, Cute, Book, Headline, Bouncy, Lively, Design, Advertisement, Fun... Handwritten, Multilingual, Useful, Jumpy... Decorative, Comic... Cards, Chineseink... Product Packaging... Eroded, Rounded, Eerie.... Text... Student, Commercial, Logo, Expressive, Autumn... Evil... Modern, Display, Bamboo Pen, Flow, Magazine, Eyecatching...
Insomma, qualunque cosa un utente stia cercando, ottiene quessto font. C’è perfino il tag Garamont, che è quanto di più lontano ci possa essere.
Il font è anche taggato Satayskewer, che sono spiedini di pollo, un piatto tipico di alcune zone dell’Asia; e perfino F13d12019, che chissà a cosa si riferisce, ed è un tag usato solo da questa fonderia.
Insomma, se uno cerca Party o Art Deco il sito non gli propone il Bauhaus 93, ma se cerca Garamont o Metal gli viene fuori il Lemon Yellow Sun. Il risultato è che di solito l’acquirente deve scorrere una lista di font che non c’entrano nulla con ciò di cui ha bisogno, mentre ciò che serve veramente magari non compare perché non gli è stato attribuito il tag corrispondente.
Il sito collega dei tag assurdi all’Adobe Caslon: Futura Like, Monospaced, 3d, Art Deco, Art Nouveau, Grotesque, Helvetica e Disco!
Un altro font Adobe, il Bickam Script, è associato soltanto a tre tag: Heading, Elegant e Romantic, nonostante sia palesemente un carattere calligrafico con svolazzi.
In teoria i tag dovrebbero mettere ordine. Ma il sito continua ad essere relativamente disordinato.
Commenti
Posta un commento