La Bibbia più piccola del mondo
Nel 2015 la Cnn ha raccontato che la Bibbia più piccola del mondo è stata realizzata dal Technion-Israel Institute of Technology di Haifa, nell’ambito di una ricerca sulle possibilità di immagazzinare il maggior numero possibile di dati nel minore spazio possibile.
Non si tratta di un libro, ma di un chip di silicio grande come la punta di una penna, che è stato ricoperto da una sottilissima lamina d’oro, la quale è stata incisa poi con un raggio (un “fascio ionico focalizzato”).
Invece di memorizzare il testo sotto forma di bit però è stato scelto di incidere sulla minuscola lastra la forma delle lettere della Bibbia ebraica, che possono essere osservate mettendo l’oggetto in un microscopio in grado di ingrandire diecimila volte il dettaglio che inquadra.
Tutto ciò a simboleggiare l’unione tra la più avanzata tecnologia disponibile e i più antichi testi della storia del Paese.
Le immagini nel filmato della Cnn scorrono veloci e passano dalle scannerizzazioni ottenute dal microscopio ad antichi manoscritti in esposizione o a testi della Bibbia in dimensione normale.
Comunque, nelle riprese e nelle animazioni digitali realizzate per presentare il progetto si vedono le lettere dell’alfabeto ebraico disegnate in maniera abbastanza squadrata. Si tratterebbe di caratteri bitmap, disegnate in una griglia di forse sei per sei solo per la parte centrale della lettera, con l’aggiunta anche dei segni che indicano la pronuncia delle vocali.
Le lettere ebraiche infatti fanno parte di un abjad, ossia un alfabeto limitato che comprende soltanto le consonanti ed esclude le vocali. Inoltre alcuni segni possono essere associati a varie consonanti diverse. Nell’uso comune bisogna indovinare la pronuncia dal contesto, conoscendo a prescindere la parola composta da quella combinazione di consonanti, ma nei testi per chi deve imparare la lingua e soprattutto nei testi religiosi sono presenti anche tutte le indicazioni che riguardano la pronuncia corretta.
Wikipedia parla di questo argomento nella voce dedicata all’ebraico tiberiense, dove la parola tiberiense deriva da Tiberiade, la località dove nel medioevo vennero trascritti i testi masoretici usando questa tecnica (Tiberian Hebrew, in inglese).
Non si sa di preciso invece quale è la più piccola Bibbia cartacea mai stampata. L’anno scorso la Bbc ha scritto che durante il lockdown è stata trovata in una libreria di Leeds in Inghilterra una Bibbia del 1911 di 50 per 35 millimetri. Ai suoi tempi era stata presentata come la Bibbia più piccola del mondo, ma non è detto che fosse vero.
Nelle foto che il sito propone non si vedono le pagine interne del testo, quindi non si possono contare quante righe ci fossero ciascuna. Si vede però il frontespizio e facendo le dovute proporzioni sembrerebbe che il titolo più grande fosse in corpo 9 mentre le scritte piccole sarebbero forse anche in corpo 3,5.
Oggi la cosa non ci fa impressione: basta copiare il testo e rimpicciolirlo alla dimensione giusta e poi mandarlo in stampa. Ma all’epoca presumibilmente si trattava di prendere le lettere in dimensione così microscopica una alla volta, con apposite pinzette, allineandole nell’orientamento giusto senza spostare quelle già composte. Un’impresa che richiedeva enorme pazienza e mano ferma.
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