La pietra filosofale e i doni della morte

Uno dei simboli più famosi collegati con la saga di Harry Potter è quello dei doni della morte: un triangolo equilatero formato da segmenti tangenti un cerchio e diviso a metà da un segmento verticale (che quindi divide a metà anche il cerchio).

Il simbolo raffigura in maniera stilizzata i doni della morte, tre oggetti magici molto potenti collegati ad un’antica leggenda: il triangolo sarebbe il Mantello dell’Invisibilità, il cerchio la Pietra della Resurrezione, il segmento verticale la Bacchetta di Sambuco.

Il simbolo è ovviamente un’invenzione moderna dell’autrice dei romanzi, ma in realtà si ricollega ad un immaginario che affonda le sue radici nell’alchimia medievale, una disciplina misteriosa e “magica”, che faceva uso di simboli esoterici sconosciuti ai più.

Uno di questi simboli è quello della pietra filosofale, lo strumento che sarebbe servito per trasformare i metalli in oro. Gli alchimisti si sforzarono in lungo e in largo per riuscire ad ottenere la formula per produrre questa pietra, inutilmente.

Secondo Wikipedia il simbolo è un cerchio che tocca i vertici di un triangolo equilatero, dentro cui c’è un quadrato in cui è inscritto un altro cerchio.

Il simbolo risale al Seicento.

Unicode ha assegnato varie posizioni ai simboli alchemici, a cui è dedicato un blocco di 116 glifi, ma non c’è un codice assegnato alla pietra filosofale.

I simboli dei quattro elementi (Aria, Terra, Fuoco e Acqua) sono di forma triangolare, mentre altri sono di forma circolare.

Il blocco Unicode dei simboli alchemici è stato aggiunto allo standard nel 2010.

Contiene solo una parte dei numerosi simboli usati sui libri alchemici seicenteschi.

L’alchimia è stata abbandonata quando sono state messe a punto le regole della chimica moderna.

E sui moderni libri di chimica non si usano simboli particolari per indicare le varie sostanze, ma si preferisce utilizzare abbreviazioni composte di normali lettere dell’alfabeto, maiuscole e minuscole, parentesi e notazione esponenziale.

Esistono dei glifi particolari per indicare le reazioni chimiche, ma hanno la forma di freccette che puntano a destra o a sinistra, in alto o in basso, o in entrambe le direzioni.

Il collegamento tra la saga di Harry Potter e l’alchimia non è soltanto apparente. Nel primo episodio della serie si racconta che la Pietra Filosofale è stata veramente realizzata e si trova custodita a Hogwarts. La sua difesa da un tentativo di furto è proprio ciò che muove la trama del romanzo e del film

A realizzare la Pietra sarebbe stato Nicolas Flamel, alchimista realmente vissuto tra Trecento e Quattrocento. Su Wikipedia si può vedere una pagina di un’edizione successiva di una sua opera, con simboli alchemici sotto l’illustrazione, e il frontespizio di un suo libro stampato nel Seicento, con titolo chilometrico come si usava all’epoca (27 righe, incluse le informazioni su luogo e anno di stampa).

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