Testi che non vengono visualizzati

A volte lavorando al computer si fa l’errore di impaginare un testo alla perfezione ed inviarlo ad un destinatario supponendo erroneamente che quest’ultimo lo visualizzerà esattamente nello stesso modo. Ma mentre un testo scritto su un foglio è pressoché immutabile, un file digitale è un insieme di bit su cui vengono eseguite delle operazioni. L’utente può ingrandire o rimpicciolire il testo di una pagina web, oppure può avere impostato il suo smartphone in maniera tale da da visualizzare più in grande o più in piccolo il testo di un messaggio, per cui non si può mettere nella riga di sotto una freccia che indica una parola nella riga di sopra, perché il numero di righe in cui viene diviso il testo può cambiare a seconda dell’utente. 

Un file impaginato in Office può essere letto con Open Office, ma molte delle opzioni di formattazione vanno a farsi friggere testi, foto e tabelle si sovrappongono in maniera imprevedibile. In questo caso meglio convertire il tutto in un formato indipendente, ad esempio il Pdf.

Un altro problema è costituito dal font utilizzato. Nelle prime pagine web era impossibile inviare anche il font: ogni visitatore del sito visualizzava il testo col font presente sul proprio computer. Il gestore del sito poteva dare delle direttive generiche (con grazie, senza grazie, monospace), oppure elencare i font da cui attingere preferibilmente, ma doveva affidarsi sempre ai font installati sul computer client. Oggi è possibile allegare alla pagina anche il font da utilizzare, magari attingendolo dai server online come quelli di Google Fonts o Typekit. Ciò non toglie che l’utente può disattivare nel browser questa funzione, o i server possono essere temporaneamente fuori uso, o l’utente ha solo un software obsoleto, e quindi non si può avere la certezza assoluta che la forma delle lettere visualizzate sia la stessa.

Un problema che mi è capitato personalmente riguarda Facebook, dove, visto che non si può cambiare font si è nata la moda di abbellire il testo usando simboli particolari che si trovano all’interno dei font. Ad esempio le lettere gotiche.

Ma io ho un cellulare vecchio, in cui queste lettere non sono supportate. E installare un nuovo font sul telefono non è così semplice come sul computer. Quindi mi ritrovo a leggere dei messaggi in cui intere parole, o intere righe, sono sostituite da rettangolini vuoti con un una croce di sant’Andrea dentro. Il cosiddetto tofu.

Visitando la stessa pagina da Pc posso leggere tranquillamente quello che c’è scritto. Ad esempio un’istituzione locale ha diffuso dei messaggi semplicemente evidenziando in neretto o corsivo alcune parole. Ma le lettere che compongono queste parole non sono lettere normali attinte da un font corsivo, bensì sono simboli speciali presenti in un font normale ma con diverso codepoint.

Per sapere di quali lettere si tratta si può usare l’apposito strumento del sito Font Space. Basta incollare il testo in una casella e viene fuori il valore e il nome di ciascuna lettera. Le lettere corsive sono “mathematical sans-serif italic small”, presenti in U+1d6xx. Quelle grassette sono “mathematical sans-serif bold small”, presenti in U+1d5xx.

Il mio computer le attinge dal Segoe Ui Symbol, in un blocco senza nome di cui fanno parte anche le lettere gotiche, quelle calligrafiche, quelle latine con i tratti spessi outline, quelle greche sempre per uso matematico.

Il blocco si trova tra i simboli del tai-xuan-ching e le tessere del mahjong. 

Sempre su Font Space c’è uno strumento che converte in automatico qualunque testo utilizzando appunto questi alfabeti presenti originariamente solo per usi matematici, oppure usando combinazioni particolari di simboli per ottenere effetti inconsueti. 

Si possono ottenere scritte in stile giapponese, oppure che si leggono da destra a sinistra, oppure capovolte, assemblate con simboli di altri alfabeti che somigliano pressappoco a lettere latine ribaltate o capovolte. Oppure è possibile mescolare tutti insieme i vari effetti, o mettere ogni lettera tra parentesi o convertire tutto in leet per usi più scherzosi. 

Una delle funzioni converte il testo in codice Morse, ma è completamente inutile visto che non tiene conto dello spazio tra una lettera e l'altra, ottenendo un risultato incomprensibile anche per chi conosce il codice. Per segnalare il problema bisogna essere iscritti.

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