Proto

Secondo il dizionario di Repubblica, il proto è “chi in una tipografia distribuisce e coordina il lavoro nel reparto composizione e controlla l’esecuzione della tecnica di stampa”.

Per Wikipedia il proto è “il capo operaio che distribuisce le copie modello utilizzate poi dal compositore, e che sorveglia l’esecuzione dei lavori”.

Il termine deriva dal greco, e significa “primo”. Nelle prime tipografie era usuale stampare libri in greco, per cui i tipografi avevano una certa dimestichezza con questa lingua.

Wikipedia spiega che in molti casi al proto spettava il compito di preparare una copia modello prevedendo il numero di caratteri necessari ad ogni singola pagina tipografica.

Quando tre anni fa ha chiuso una tipografia centenaria ad Abano, provincia di Padova, è stato pubblicato un articolo in cui si cita anche uno storico proto che “fu colonna portante dell’azienda tipografica per un cinquantennio, dagli anni Sessanta agli anni Novanta e scomparso di recente all’età di 92 anni”. 

Dall’invenzione di Gutenberg all’Ottocento la composizione di un testo veniva fatta prelevando a mano i caratteri in metallo da un’apposita cassa e allineandoli nel compositoio. Nel corso del Novecento quest’attività era stata velocizzata, almeno in parte, grazie a macchine per la composizione a caldo, nelle quali bastava digitare le parole su una tastiera. Comunque i caratteri non erano scalabili quindi bisognava prevedere in anticipo quante parole ci sarebbero entrate in ogni pagina, e scegliere la dimensione del carattere prima di vedere che effetto faceva. Inoltre la suddivisione in colonne andava fatta a mano, spostando i caratteri in metallo a seconda delle esigenze. Per questo venivano preparate delle bozze dettagliatissime, aggiungendo a mano tutte le indicazioni che riguardavano il tipo di carattere, la dimensione, lo stile (parole da mettere in grassetto o in corsivo), la lunghezza delle righe, l’interlinea eccetera.

Oggi possiamo prendere un testo già composto e cambiare istantaneamente il font o la dimensione, oppure mettere tutto in corsivo, e automaticamente il documento viene aggiornato, inclusa la sillabazione delle parole che devono andare a capo. All’epoca aumentare la dimensione di un testo di un solo punto significava doverlo ridigitare per intero, che poteva richiedere anche ore di lavoro. Era quindi importantissimo che ci fosse una persona di grande esperienza a sovrintendere l’attività, e che riuscisse ad immaginare l’effetto del lavoro finito prima ancora di vederlo concretamente sulla pagina.

Vari compositori diversi potevano ricevere l’incarico di occuparsi di parti diverse dello stesso testo, ed era quindi importante fornire a tutti le opportune indicazioni per ottenere un risultato omogeneo.

Su Wikipedia c’è un lungo articolo dedicato alla composizione tipografica, suddiviso in paragrafi riguardanti la composizione manuale, quella meccanica, la fotocomposizione e infine l’era digitale.

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