Francis Lodwick

Di Francis Lodwick si sa ben poco, se non che è vissuto nel Seicento, era olandese ma visse a Londra e cercò di creare una scrittura per permettere a persone che parlavano lingue diverse di capirsi.

La pagina di Wikipedia in italiano dedicata a lui è molto stringata, quella in inglese contiene molte informazioni in più, tra cui l’aneddoto che il creatore dell’esperanto proprio ispirandosi a lui scelse Lodwick come suo nome non ebraico.

Accanto all’articolo c’è una tabella in cui si vedono le corrispondenze tra lettere dalla forma strana e lettere latine.

L’intestazione dice “The Universal Alphabet”, e fa uso dell’s lunga.

In basso sono indicate 14 vocali diverse, che dovevano essere aggiunte come diacritici, proprio come nella scrittura inventata da Tolkien negli anni Trenta del Novecento per le popolazioni fittizie che compaiono nei suoi romanzi.

Almeno, questo dice Wikipedia nel paragrafo in cui fornisce qualche informazioni su questo alfabeto.

L’enciclopedia presenta Lodwick come “un pioniere delle lingue a priori, che nel diciassettesimo secolo erano chiamate lingue filosofiche”. 

Nella voce sulle lingue costruite Wikipedia spiega la differenza tra i linguaggi a priori e a posteriori, fornendo alcuni esempi.

Alla prima categoria appartengono quelli che non si basano su caratteristiche dei linguaggi esistenti. Dell’elenco fanno parte anche il Quenya e il Sindarin di Tolkien.

Nella seconda categoria troviamo invece l’Esperanto e altri linguaggi internazionali ausiliari, l’ultimo dei quali, la Lingwa De Planeta, è stato inventato solo nel 2010 e si basa sulle normali lettere latine per quanto riguarda la sua forma scritta.

L’ultimo linguaggio a priori costruito è il Kiliki, risalente alla prima metà degli anni Dieci di questo secolo, ideato per un film indiano e dotato di 3000 parole, ma sul sito ufficiale la pagina della grammatica è rimasta vuota quindi possibile che il progetto sia stato abbandonato.

Wikipedia in inglese ha anche una pagina dedicata ai linguaggi filosofici, dove ne ricostruisce in breve la storia, citando alcune delle persone che se ne sono occupate, tra cui Gottfried Leibniz.

Per quanto riguarda Lodwick, apparentemente non esistono suoi ritratti.

Un sito britannico ricostruisce quale era il clima culturale seicentesco che portò Lodwick a lavorare alla lingua e alla scrittura universale, e altri autori ad apprezzare il suo lavoro, o almeno lo spirito che ne era alla base.

Il sito pubblica anche una foto di una pagina scritta interamente nell’alfabeto di Lodwick, in cui simboli dai tratti curvi vengono inseriti all’interno di un pentagramma e numerati. Nella pagina a fianco c’è la traduzione del testo, che è l’inizio del vangelo di Giovanni. Ogni simbolo è una parola. In effetti è abbastanza complicato risalire alle regole semplicemente guardando l’esempio che viene fornito.

Poco male, visto che comunque questo sistema è stato quasi completamente dimenticato.

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