Stampa industriale e colori

I colori fondamentali nella stampa sono tre: giallo, ciano e magenta. Combinandoli insieme si può ottenere una qualunque immagine a colori a basso contrasto. Per aumentare il contrasto c’è bisogno di un altro colore: il nero.

Tutto questo non ci giunge nuovo: sono gli stessi colori che si usano nelle stampanti casalinghe o da ufficio.

Nelle stampanti a getto d’inchiostro la stampa avviene in un solo passaggio: il foglio passa sotto le testine, e piccole gocce d’inchiostro vi vengono spruzzate sopra a disegnare il contenuto della pagina.

Nelle stampanti laser il meccanismo è più complesso: il foglio deve passare attraverso una serie di rulli, ognuno dei quali è incaricato di stampare uno dei colori fondamentali.

Nella stampa industriale di giornali, riviste, confezioni, manifesti eccetera il meccanismo di base è simile: l’immagine da stampare viene scomposta nelle sue componenti fondamentali. Vengono prodotte quattro matrici, una per ogni colore. Ovviamente tutte le stampe successive devono sovrapporsi alla perfezione, e per controllare questo aspetto è necessario un sistema di controllo, di solito un insieme di linee o quadratini che devono allinearsi o sovrapporsi alla perfezione quando tutto è messo a punto correttamente.

In molti casi questa grafica di prova viene stampata su una parte del foglio che deve essere ritagliata e buttata via prima di arrivare al prodotto finale. Sui quotidiani invece compare su un margine della pagina, quando è poco ingombrante, oppure nella piegatura tra due pagine, dove non dà nessun fastidio.

Sulle scatole o confezioni dei prodotti viene stampata in un punto in cui i vari lembi vengono incollati l’uno sull’altro, quindi non è visibile dall’esterno.

Quello che vediamo qui è ciò che viene stampato sulle attuali confezioni di biscotti Mulino Bianco, nella parte inferiore, dove l’estremità della carta è ripiegata e incollata a formare la base. 

Scollando la base di una confezione di biscotti Mulino Bianco viene fuori la grafica che serve per controllare l'allineamento dei vari colori
 

Vediamo che ogni colore è stampato al centro di un quadrato nero. In questo modo è possibile rendersi conto se una delle componenti è decentrata. Qui, ad esempio, il giallo è spostato un po’ in basso a sinistra, ma è comunque all’interno della cornice nera, quindi è accettabile.

Invece dei quattro colori che ci aspetteremmo ne troviamo sei. Perché?

Uno dei due colori in più è il marrone che si usa per le scritte. L’altro è il giallo che si usa come sfondo.

Con una normale stampante questi colori verrebbero ottenuti mescolando insieme i colori di base. Quindi non avrebbero una consistenza uniforme, ma sarebbero composti di puntini di varie dimensioni nei colori fondamentali. Per evitare questo effetto, l’azienda utilizza dei colori puri, già delle tonalità volute.

Guardando con la lente di ingrandimento i dettagli delle illustrazioni ci possiamo rendere conto della differenza. La spiga di grano è di colore arancione, il quale però è ottenuto combinando insieme una base gialla con una serie di puntini magenta. Anche il verde delle foglie non è puro, ma è ottenuto sovrapponendo dei punti ciano su una base gialla. Tra l’altro, visto che il giallo qui è venuto un po’ decentrato, i contorni non combaciano alla perfezione. 

Il giallino di sfondo è un colore puro. L'arancione della spiga o il verde delle foglie invece sono ottenuti mescolando insieme i colori primari.

 
A distanza l'occhio non percepisce i puntini nei colori primari ma la loro combinazione.

Se invece vediamo il colore di sfondo notiamo che è in tinta unita, non sommando i colori primari.

Lo stesso vale per il marrone che compare nelle scritte e in alcune illustrazioni. Qualcosa di simile non si può ottenere con le normali stampanti laser, che hanno solo quattro colori. Servono delle stampanti industriali con sei componenti.

Osservando i contorni delle parole e delle parti in marrone si nota un’altra cosa: che sono composte da una serie di puntini. Se non sbaglio, questo significa che non è stata usata la tecnica offset, ma la rotocalcografia. 

Il contorno a puntini è tipico della rotocalcografia
 

L’offset è una tecnica planografica, senza parti in rilievo o in incavo,  simile a quella delle stampanti laser. La rotocalcografia invece è una tecnica calcografica, ossia in cui è la parte incavata a raccogliere l’inchiostro che deve essere trasferito sul foglio, in maniera tale che se ne può controllare meglio la quantità.

Commenti

Post più popolari