Urania
Urania era una fonderia di caratteri italiana basata a Milano.
Non si sa quando è stata fondata, ma si sa che nel 1908 formò una joint venture con la Nebiolo di Torino, col nome di Società Augusta.
Dieci anni dopo si arrivò alla fusione delle due aziende nella Fonderia di caratteri e fabbrica di macchine Ditta Nebiolo & Comp.
Su Fonts In Use il font più segnalato riconducibile a questa fonderia è il Crayonette, 20 usi, seguito da Columbus, 17 e Quaint/Desdemona, 16. Gli altri sono tutti sotto quota 10.
Il Crayonette è un corsivo con tratti neri, contrasto e caratteristiche calligrafiche. Nella o i tratti più spessi sono quello superiore e inferiore; in pratica l’asse è orizzontale.
Non si tratta di un’idea italiana. Il disegnatore è Henry Brehmer per la fonderia Keystone. L’anno è il 1889.
Il carattere venne copiato da altre fonderie, come Caslon, Enschede e altre dai nomi ormai dimenticati. La Urania lo commercializzò col nome di Corsivo Nero.
Gli usi segnalati sul sito sono quasi tutti in inglese, comunque mai in italiano, quindi probabilmente non venne usata la versione prodotta da Urania.
Ne esiste una versione digitale realizzata da David Jonathan Ross, e il sito ne nomina anche una versione gratuita, di cui linka solo un’immagine che però è scomparsa dal web.
Nel 2015 Anonima Impressori ha pubblicato su Facebook la foto di due pagine di un catalogo Urania del 1907.
L’anteprima è in bassa qualità e non permette di leggere il nome del carattere. Comunque l’impostazione del catalogo è quella moderna: in ogni pagina viene presentata la stessa famiglia di caratteri in dimensioni crescenti. Le pagine sono divise in due colonne, tutte le righe hanno la stessa larghezza, quindi le righe in dimensioni minori sono composte di varie parole mentre via via che si aumenta la dimensione ci entrano sempre meno lettere.
Nella prima colonna di ogni pagina vediamo la presenza di maiuscole e minuscole, mentre nella seconda colonna troviamo scritte all-caps.
La forma delle lettere mi ricorda lo Smythe, di Vernon Adams, scaricabile da Google Fonts. Che dovrebbe essere il revival di un font chiamato Victorian. Fonts In Use tra i font riconducibili a Urania segnala anche il Viktoria Phoenix Medea, che è diverso. Come il Crayonette anche questo venne commercializzato da varie fonderie, sulla base di un originale che doveva essere tedesco. La Urania lo vendette col nome di Serie Valkiria, mentre la Augusta col nome di... Urania. Il sito segnala anche un certo Pierallini che lo avrebbe venduto col nome di Serie Milano e Ardinghi col nome di Ireneo. Nomi completamente dimenticati.
In realtà lo Smythe somiglia molto al Lafayette, che venne venduto col nome di Serie Verona da Urania. Anche questo font ha le origini nella seconda metà dell’Ottocento. Augusta lo commercializzò col nome di Colombo.
A differenza di oggi che è possibile risalire abbastanza facilmente a nome del disegnatore e data di rilascio, e il nome è uguale per tutti gli utenti del mondo, all’epoca i mercati dei caratteri tipografici erano diversi da Paese a Paese, le leggi sul diritto d’autore erano meno efficienti, e comunque le fonderie potevano trovare accordi tra di loro per far circolare i loro lavori anche in altre nazioni, con nomi adatti alle lingue locali. Inoltre, solo una piccola parte del materiale informativo diffuso all’epoca si è salvato ed è stato digitalizzato. Così per ricostruire la storia di ogni carattere si procede a tentoni.
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