Astoria

Esistono vari font oggi che si chiamano Astoria, ma nessuno di loro ha qualcosa a che vedere con l’Astoria prodotto dalla Bauer nel 1907, e di cui apparentemente non circolano specimen sul web.

Secondo Wikipedia l’Astoria era una copia del Comstock della fonderia americana Inland.

Un font che ha fatto la storia, visto che ancora oggi qualcuno usa questa parola per indicare quello stile in cui c’è una sottile linea che costeggia all’esterno i contorni dei glifi. Un effetto che è stato applicato poi a parecchi font diversi, da quello che si usava sulle Ferrari di Formula 1 a quello che compare sulle fiancate delle auto dei carabinieri.

Fonts In Use raccoglie nove segnalazioni del Comstock. L’ultima arrivata riguarda un album musicale del 1969.

La fonderia Inland è stata fondata nel 1892 e confluita nella Atf nel 1911.

La tedesca Bauer è stata fondata addirittura nel 1837, ed è rimasta attiva fino all’inizio degli anni Settanta del Novecento.

Il Comstock venne diffuso anche in Italia dalla fonderia Reggiani, col nome di Fedora.

La Reggiani era una fonderia milanese nata nel 1883. Si sa che era attiva fino a gran parte degli anni Trenta, ma non si sa quando e come ha cessato le sue attività.

Nel suo catalogo vedo la serie Licia che è una versione dell’Herold, commercializzato anche come Barnum dalla Nebiolo, mi sembra, o come Serie 1003 da Augusta, un carattere molto popolare sulla stampa dell’epoca.

Vedo anche il Butterfly, un rétro molto caratteristico che mi pare di avere già visto da qualche parte e di cui non dovrebbero ancora esistere digitalizzazioni.

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