Teeline

Il teeline è un metodo stenografico sviluppato nel 1968 da un certo James Hill. Si usa solo per l’inglese ed eventualmente per altre lingue germaniche. In Italia non è conosciuto, come pure nel resto del mondo non anglofono: su Wikipedia sono solo tre le lingue che contengono un articolo sull’argomento, oltre all’inglese. In Gran Bretagna invece è molto popolare, tanto che è accettato dal Consiglio Nazionale per la Formazione dei Giornalisti, ed è materia di studio in alcuni corsi.

Le lettere hanno una forma semplificata e possono essere tracciate con un solo movimento, e unite l’una all’altra. Le lettere non necessarie, ad esempio le vocali, possono essere omesse. In questo modo si arriva a una velocità di 150 parole al minuto.

Una scritta in teeline compare sulla copertina dell’album The Gaelic Chronicles, dei Budapest Cafè Orchestra, una piccola band che suona musica folk. L’idea è venuta a uno dei musicisti, che è rimasto stupito a vedere le note prese da una cronista durante un’intervista, e le ha chiesto di tracciare i segni che sono stati poi usati per la copertina, in bianco su fondo nero. Comparando i segni che si vedono con la tabella pubblicata da Wikipedia, è facile intuire che la scritta dice “Gaelic Chronicles”, ossia il titolo dell’album scritto in teeline.

Come tutte le forme di stenografia, è impossibile realizzare un font in grado di imitare questa scrittura: i font si basano sull’idea che le lettere devono essere aggiunte tutte sulla stessa linea, mentre nella stenografia ogni lettera si aggancia alla fine della precedente, partendo ad esempio sotto la linea di base, oppure posizionandosi al disotto della precedente, formando file di colonne verticali in parole che comunque vanno lette da sinistra a destra.

Per esempio nella parola chronicles sulla copertina dell’album le lettere seguono un percorso a forma di N rispecchiata. La c ha una forma tradizionale, a cui si attacca un tratto verticale che scende in basso, la h, ottenendo una specie di 9 aperto. Dall’estremità inferiore parte un tratto obliquo in salita a rappresentare la r, che poi curva in basso per indicare la n. E qui siamo tornati quasi alla linea di base. Da qui in poi le lettere si aggiungono in verticale: abbiamo una nuova c, sotto la quale viene aggiunta una specie di aperta parentesi che è la l, che si conclude con un cerchietto a indicare la s.

Per tornare all’argomento di questo blog, ossia la tipografia, vediamo che il logo della band sul sito ufficiale è in Avant Garde, con la famosa A asimmetrica (il fianco destro è sempre verticale, in questo caso) e le famose legature. Si tratta però di un Avant Garde sporco. E che si tratta di un font e non di un effetto aggiunto è evidente per via del fatto che le macchie che circondano ogni lettera sono le stesse tutte le volte. In ogni E, in ogni C, in ogni A, in ogni S troviamo sempre le stesse macchie nelle stesse posizioni. Forse con un po’ di ricerca si potrebbe risalire al nome del font in questione, che magari è in circolazione sul web.

Per quanto riguarda il testo del sito, io lo visualizzo in Baskerville Old Face, e non mi posso lamentare del risultato, ma il codice è scritto in maniera un po’ goffa. Dice: “Baskerville Old Face, Century Gothic, arial, helvetica”. La cosa strana è che tutte le alternative al Baskerville che vengono suggerite sono dei sans-serif. Quindi gli utenti che non hanno il Baskerville installato hanno un’esperienza del sito molto diversa. Inoltre manca l’impostazione di default che di solito viene aggiunta alla fine della lista, per specificare se si preferiscono caratteri con grazie o senza. Per cui il gestore del sito non ha nessun controllo sullo stile nel caso in cui l’utente non abbia nessuno dei font presenti nell’elenco, ad esempio chi usa il sistema operativo Linux.

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