Ogni estate la Disney pubblica una
raccolta di storie estive pubblicate su Topolino negli anni passati.
Quest’anno la raccolta si chiama Vacanzissima e contiene sette
storie uscite tra il 2002 e il 2019. A settembre invece uscirà
Scuolissima, basato sullo stesso concetto, ma con diverso argomento. I volumi non sono numerati.
I caratteri del sommario e della quarta
di copertina hanno qualcosa di familiare. Sono sicuro che roba presa da Google Fonts. Vado a controllare e si tratta di uno dei Display
più popolari: il Lobster, firmato da Impallari Type e Cyreal. A dire
la verità la scritta che compare sul retro non è inclinata in
avanti. Infatti si tratta del Lobster Two, che su Google porta solo
la firma di Impallari Type ma a differenza del precedente,
disponibile in un solo stile, è stato realizzato in quattro stili
diversi, di cui qui mi pare di vedere il Bold.
Sfogliando le pagine interne per un
attimo tiro un sospiro di sollievo: non solo i titoli, ma anche il
testo nei ballon sembra realizzato a mano. Purtroppo devo ricredermi.
Infatti nella storia più recente, quella del 2019, anche per il
lettering nei palloncini è stato utilizzato un font. Evidentemente l'abbandono del vecchio sistema risale alla fine degli anni Dieci.
Quale font ha usato Topolino? Ritaglio una parola e chiedo a
What The Font. Mi dà tutti risultati fuorvianti. Chiedo allora a Font
Moose, che mi manda proprio a un font che si trova su My Fonts, anche
se tutti i link tra i due siti al momento sono saltati. Si tratta del
Comicrazy, un font di Comicraft che comprende anche le minuscole, che
le riviste Disney non usano.
Un font che ha debuttato sulla piattaforma nel
2005. Originariamente era stato creato per uso esclusivo sui fumetti
dei Gen 13, un gruppo di supereroi le cui storie sono state
pubblicate da Image Comics e ora da Wildstorm, DC Comics.
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Il vecchio sistema, in cui il lettering veniva fatto a mano. Notare in particolare l'ultima E, coi due tratti superiori un po' troppo ravvicinati. O notare le diverse forme delle S. Imperfezioni appena percettibili, che però davano un tocco umano all'insieme.
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E questo è un dettaglio della storia più recente, risalente al 2019. Per ridurre i costi e velocizzare i tempi si è usato un font. Un font in stile fumettistico, ovviamente, ma si percepisce una certa rigidità. Il carattere è Comicrazy, in vendita su My Fonts a partire da 91,60 euro.
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Per quanto riguarda i titoli delle
storie, nulla di cui lamentarsi. Sono ancora disegnati a mano, e
questo permette di adattare di volta in volta le lettere al contesto,
e mescolare stili diversi a seconda delle esigenze.
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Quattro stili diversi per un solo titolo. Notare l'ombreggiatura nella parte inferiore delle parole misterioso caso che crea l'atmosfera misteriosa, e l'effetto comstock attorno alla parola Amberson per metterla in evidenza, tra l'altro usando due colori, giallo e nero su fondo bianco, cosa che in un normale font non si può fare se non è appositamente predisposto |
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Qui ovviamente c'è da notare la parola tenda, con la T che si allunga al di sopra di tutte le lettere tranne l'ultima, che è una A e si sovrappone al lato frontale della tenda, con la stessa inclinazione degli spioventi. Quando si disegna un font ogni lettera deve essere realizzata in maniera tale da incastrarsi con ciascuna altra lettera dell'alfabeto. Disegnando il titolo di volta in volta invece si possono deformare le lettere a seconda delle esigenze. Ed è un lavoro molto più rapido, anche perché vengono realizzate solo le lettere che servono. Interessante anche il modo in cui vengono messe in evidenza le P e la R della parola paperi. E il 3 inline.
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Una storia del 2003 con un titolo striminzito quanto a dimensioni e non troppo impegnativo. Eppure non si è rinunciato all'effetto: come scrivere la parola ghiacciolone, se non con una G sgocciolante e dei cubetti di ghiaccio al posto dei puntini sulle i? Comunque, è strana la mescolanza tra lettere minuscole e maiuscole nella stessa parola, come se si fosse voluta mettere in evidenza la desinenza -OLONE senza cambiare stile e dimensioni. Nella parola corsa il colore nero segue il contorno della parola, non delle singole lettere. Un effetto che non è previsto anche nei font digitali in sé, ma che può essere comunque ottenuto con i software appositi.
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