Diadora. Poiret One
Il coccodrillo come fa? Sembra che il problema non importi alla gente, dice la canzone. E lo stesso si può dire del logo Diadora entrato in vigore nel 2013, quello fatto di lettere minuscole counterless. Anche se è iconico, nessuno si è posto il problema di quale font si tratta o quale font simile può essere usato per fare una scritta nello stesso stile. Molti loghi originali sono stati la base per font derivati: da Indiana Jones a Ritorno al Futuro a Harry Potter, Disney, Coca Cola, Pepsi... Ma in questo caso non c’è niente.
Un tale aveva posto la domanda sul forum di What The Font ma è rimasto totalmente senza risposta da 280 settimane.
Dice il sito 1000logos che il logo è fatto “con un sans-serif personalizzato con le lettere arrotondate e aventi il loro spazio negativo in nero solido. Le aste dritte che completano gli spazi neri sono ottenute con linee di peso medio con le estremità ammorbidite” (traduco io alla meno peggio).
In effetti la forma base delle lettere d, a e o è ricalcata sulla circonferenza perfetta. E siccome ce ne sono ben cinque nella parola, viene fuori una sequenza quasi continua di cerchi neri, intervallati solo dalla i e dalla r che hanno sottili aste verticali, dello stesso spessore di quelle che stanno a destra delle d e delle a. I tratti ascendenti sono molto lunghi. Il punto sulla i non ha la forma tonda, ma è un trattino cortissimo.
Il logo è tuttora in uso.
Qualcosa di simile non riesco a trovarlo, ma mi chiedo: cos’è che rende questi caratteri così distintivi? Il fatto che sono counterless. Sarebbe bello poter scorrere una lista di tutti i counterless, purtroppo non sono taggati tutti allo stesso modo, qualcuno è taggato solid, ma nella stessa categoria ci sono pure degli outline 3d.
Solo che una lettera senza controforme, ossia senza buchi all’interno, si può ottenere semplicemente eliminando uno dei contorni, quello che procede in senso antiorario (o quelli, se sono più di uno).
Quindi basta trovare un font che abbia una forma simile, e poi adattarlo.
Scorro velocemente la lista dei sans-serif display di Google Fonts e l’occhio mi si ferma sul Poiret One. Le lettere sono basate sulla forma circolare, le aste sono molto sottili.
Lo scarico, lo apro con FontForge, ed elimino la controforma nelle lettere d,a,o.
Risultato?
Con FontForge ho tolto le controforme delle lettere del Poiret One scaricato da Google Fonts. Il risultato non è molto distante dallo stile dell'attuale logo Diadora. |
Le estremità delle aste è quadrata anziché essere arrotondata. Il punto sulla i è tondo. E lo spazio tra le lettere è maggiore rispetto a quello del logo Diadora. La r poi non è personalizzata per salire sulla a seguente. Ma bene o male la somiglianza è più di quella che mi sarei aspettato. Posso modificare le altre lettere per rendere questo font adattabile a qualsiasi parola.
Ma ho l’autorizzazione a farlo? Cosa dice la licenza? I caratteri che stanno su Google Fonts possono essere usati tranquillamente. Ma possono anche essere modificati?
Il font è collegato con la Sil-Ofl, Open Font License. Nel testo della pagina linkata c’è scritto: “La Ofl è riconosciuta come licenza di software libero valida nella lista di licenze della Free Software Foundation. È conforme alle quattro libertà fondamentali come definite dalla Fsf per il progetto Gnu”. E la seconda libertà, la numero 1, dice che l’utente ha la libertà di adattare il font ai propri bisogni.
L’utente può: 0) usare il font; 1) studiarlo e adattarlo alle sue esigenze; 2) ridistribuirlo; 3) ridistribuire le versioni modificate.
Insomma, tutto è lecito, a condizione di garantire le stesse libertà anche a chi dovesse ricevere il file ritoccato.
Il Poiret è stato realizzato da Denis Masharov, disegnatore moscovita emigrato in Israele negli anni Novanta.
Devroye fornisce una sua lunga lista di specimen dei suoi font: serif, sans, rétro, geometrici eccetera.
Su Google Fonts oltre al Poiret troviamo il Tenor Sans, il Kelly Slab e il Ruslan Display.
Su MyFonts solo il Bolster (far west).
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