Lettere greche di quasi duemila anni fa

La settimana scorsa il Post ha scritto che per la prima volta è stato possibile leggere una parola sui papiri trovati a Ercolano nel Settecento.

I papiri sono carbonizzati e illeggibili, ed è impossibile perfino srotolarli senza farli sbriciolare. Così è stata necessaria una tecnologia avanzatissima per riuscire a vederne il contenuto, prima utilizzando i sincrotroni, dispositivi con una circonferenza di settecento metri che si trovano solo in poche località in Europa, poi coinvolgendo vari informatici per riuscire a riorganizzare i dati per renderli leggibili.

Il sincrotrone è un apparecchio sofisticatissimo, l’unico in grado di percepire le tracce della scrittura sul papiro, ma il foglio è arrotolato su sé stesso, quindi serve un software per riorganizzare tutti quei dati su una superficie piana.

Alcune lettere sono riconoscibili, altre meno, ma ora è venuto fuori che sarebbe stata riconosciuta una sola parola, porpora, scritta in lettere greche.

Si spera che sia soltanto la prima, e che nei prossimi anni sarà possibile trovarne altre, e arrivare a capire quale è il contenuto di questi rotoli.

I papiri si trovavano sepolti dal 79 dopo Cristo, quando ci fu l’eruzione del Vesuvio che distrusse Pompei.

Sono più di 1800. Alcuni sono già stati danneggiati nel tentativo di aprirli, ma altri sono ancora intatti e potrebbero contenere informazioni interessanti. 

Il Post pubblica il frammento di papiro in cui si legge la parola identificata, e ci sovrappone le corrispondenti lettere in greco moderno. La forma è molto simile.

Notiamo inoltre che il greco era già una scrittura minuscola quando la scrittura latina era solo maiuscola: un paio di lettere hanno tratti che scendono molto sotto la linea di base.

Ma perché era scritta in greco, visto che la zona era controllata dai romani, all’epoca?

A parte il fatto che il sud Italia, fino a pochi secoli prima, era controllato dai Greci, come dimostrano i vari templi esistenti ancora oggi, come quello di Paestum, a pochi chilometri da Ercolano, la cultura greca è sempre stata un punto di riferimento per quella romana, tanto che molte opere romane derivano direttamente o indirettamente da quelle greche.

Il papiro è un materiale molto deperibile. Di molti dei testi latini antichi non abbiamo nessuna edizione dell’epoca, ma solo le copie fatte nel medioevo.

La pergamena si mantiene di più, ma testi che non vennero considerati importanti nel medioevo vennero cancellati per riutilizzare il supporto per la trascrizione di libri considerati più utili, secondo criteri religiosi.

Molte opere antiche sono andate perdute, anche se in origine avevano avuto un grosso successo e avevano influenzato altri autori contemporanei. Quindi l’idea che tra i papiri di Ercolano possa comparire anche qualche traccia di queste opere scomparse affascina molto gli studiosi.

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