Nordici tra greci e romani

Su Dafont c’è una categoria chiamata Romano/Greco in cui sono raccolti i font ispirati all’antica Roma e all’antica Grecia. In mezzo però c’è anche qualcosa di diverso, come il Nordic Chance di Woodcutter e il Norse di Jcfonts.

Già dal nome si capisce che non sono ispirati al mondo classico. Il primo soprattutto ha dei tratti che piegano in maniera insolita per essere lettere latine, ed è ispirato palesemente alle rune germaniche.

Su Dafont c’è una categoria apposita che si chiama Rune/Elfico in cui ci sono parecchi alfabeti runici. Si trova però nella sezione Simboli, mentre Romano/Greco sta nella sezione Stranieri.

Perché questi font non sono stati messi di là?

Perché in effetti le antiche iscrizioni greche venivano incise sulla pietra, dove non c’era la possibilità di fare svolazzi o anche soltanto tratti curvi come avviene con penna e inchiostro liquido. Era più semplice comporre le lettere con un insieme di tratti rettilinei. E le rune, che probabilmente derivano indirettamente da quelle greche passando attraverso l’alfabeto etrusco e quello italico, si basano sullo stesso principio.

Alcuni dei font contenuti nella categoria Rune/Elfico contengono veramente degli alfabeti runici, nei quali la forma delle lettere è difficilmente riconducibile a quelle latine. Nel Viking Elder Runes di Matthew Flansburg ad esempio, al posto della A c’è un’asta verticale con due aste spioventi parallele che scendono verso destra. Al posto della C c’è un’asta verticale da cui parte un triangolo isoscele con la punta a destra. 

Il Norse invece è praticamente un alfabeto latino composto solo da segmenti rettilinei, anche nella O che è di forma romboidale. Può benissimo passare per greco.

Nel Nordic Chance l’influsso delle rune è fin troppo evidente, ma in fin dei conti non si tratta di un alfabeto runico, ma di un alfabeto latino disegnato sulla base degli stessi principi delle rune. La A ha i due fianchi paralleli congiunti da due aste oblique. La C è composta da due segmenti ad angolo. Le frasi scritte con questo font sono facilmente leggibili.

Comunque, tra i meno scaricati di questa sezione c’è il Pertho, di Adam Jagosz. Che in effetti è un progetto un po’ più sconclusionato. Vero che è ispirato alle rune e basato sull’alfabeto latino, ma lo è in maniera abbastanza incoerente. Per dire: le lettere hanno delle grazie che non hanno nulla a che vedere con le rune. Sembrano disegnate in maniera goffa. Alcune sembrano addirittura ebraiche. E a tutto questo viene aggiunta una versione corsiva in cui le stesse lettere sono disegnate con linee ondulate. Che storicamente non ha molto senso.

Insomma, è difficile immaginare un contesto in cui sia utile un font del genere. E nonostante questo ha raggiunto i 18mila download in sei anni.

Il Nordic Chance ha da poco superato quota mille, ma è stato caricato sul sito solo dieci giorni fa.

Ed è firmato Woodcutter, che è uno dei principali autori presenti sul sito, dove ha ben 1.540 progetti.

Il suo font più scaricato in questi giorni è il Doctor Glitch, un sans-serif all-caps a cui è stato aggiunto un disturbo video che disallinea parte delle lettere, ma ai posti successivi troviamo Halloween Morning, The Death Dog, Night Brush e Insane Woodcutter Halloween.

I primi due sono composti di lettere sgocciolanti, e sono l’ideale per i bigliettini di Halloween, festa a cui mancano tre giorni, per cui fervono i preparativi. Il terzo sta nella categoria Spazzola/Pennello, e magari può andare bene per lo stesso uso. L’ultimo è un dingbat, inserito però nella categoria Vacanze/Halloween. Una bocca coi denti da vampiro, la morte con la falce, la zucca intagliata, un gatto nero, una lapide, un gufo, una cassa da morto, un pipistrello, uno zombie, e altri disegni in linea con il lugubre immaginario di questa festività.

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