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Ho usato l'Anton per rifare questo storico titolo del Corriere della Sera. Ma c'è un dettaglio che non mi piace: il punto sulla i non si allinea con l'estremità superiore delle lettere adiacenti. |
Ieri cercavo su Google un font per
imitare lo stile di un titolo del Corriere Della Sera della prima
metà degli anni Novanta.
Che era in Helvetica, non in chissà
quale font introvabile (però in versione Black Condensed), solo che non ho trovato nessuna alternativa
gratuita particolarmente soddisfacente.
Mi ero soffermato sull’Anton di Vernon Adams, scaricabile da Google Fonts, che
comunque ricorda parecchio i font che si usavano sui quotidiani
d’epoca, ma in quel caso non andava bene perché la O aveva i
fianchi rettilinei anziché curvi.
In passato il Corriere ha usato anche
qualcosa del genere. L’esempio più noto è il titolo in cui
annuncia l’esito del referendum del 2 giugno 1946. Gli italiani
votano contro la monarchia, il titolo dell'edizione che pubblica i risultati (6 giugno) è “E’ nata la Repubblica
italiana”, con l’apostrofo al posto dell’accento come si usava
all’epoca.
Potremmo tranquillamente usare l’Anton
per fare un titolo nello stesso stile. Ci sono varie
differenze, ovviamente, tra cui la più evidente è la gamba della R
curva anziché obliqua.
Ma c’è anche un dettaglio molto
fastidioso: il punto sulla i si estende molto al disopra della l o
della t. Questo dà un senso di instabilità alle parole.
Sull’originale invece l e i si allineano perfettamente, anche con la t che ha la sommità leggermente obliqua. L’allineamento viene ottenuto non accorciando la i, ma avvicinando
il punto all’asta e schiacciandolo in verticale fino a farlo
diventare un rettangolino molto basso. Nell’Arial il punto è
pressoché quadrato.
Sui giornali dell’epoca lo spazio
bianco doveva essere ridotto al minimo, e si cercava di massimizzare la
dimensione dei titoli. Questo implicava l’uso di font con lettere strette
e con minuscole alte quasi quanto le maiuscole.
Chi vuole ottenere un effetto simile può tranquillamente usare l’Impact, installato di default col sistema operativo Windows. I tratti sono leggermente più spessi rispetto all’originale ma probabilmente non se ne accorge nessuno, in gran parte dei casi.
L’Anton però è diffuso con licenza Ofl, che se non sbaglio consente di modificare il file per adattarlo alle proprie esigenze. In questo modo è possibile ottenere un font personalizzato su misura in pochi minuti, senza bisogno di dover disegnare tutto da capo.
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Questo è il titolo che ho scritto io usando una versione modificata dell'Anton. Ho abbassato il punto sulla i per portarlo alla stessa altezza della l. Ho stretto la t e ne ho inclinato la sommità. Ho tolto la curvatura alla gamba della R. Ok, non è il massimo ma con un po' di tempo e cura in più si può ottenere un risultato migliore. Lo spessore della sottolineatura in OpenOffice non può essere regolato (semmai si poteva aggiungere una linea più sottile manualmente). Le righe sottostanti sono in Libre Bodoni. Per la testata ho usato l'Akenaton, che si scarica gratuitamente da Font Space, ma è utilizzabile solo per uso personale. Non è uguale a ciò che si usava all'epoca sul Corriere, ma di sicuro si ispira ai caratteri che venivano realizzati nell'Ottocento, quando il quotidiano è stato fondato. A parte che manca il corsivo, che qui è stato ottenuto a forza dal software, ci sono anche dei difetti palesi nel disegno di base. In questo caso però la licenza (Freeware - Non Commercial) non consente di adattarlo alle proprie esigenze. E visto che lo stile è fuori moda, è difficile trovarne font simili adatti allo scopo, tra quelli gratuiti.
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A sinistra, l'Anton originale. A destra, la versione modificata. Tra i due font usati di seguito in OpenOffice la sottolineatura automatica si interrompe. A parte la t, le due scritte sono identiche. Ma c'è un dettaglio strano: ingrandendo questo screenshot si nota che nella scritta di sinistra ai lati di ogni asta ci sono sfumature rossastre da un lato e bluastre dall'altro. Nella scritta di destra invece ci sono solo sfumature grigie. Che è successo? Evidentemente quando ho creato la nuova versione ho toccato qualcosa che ha disattivato il meccanismo di antialiasing basato sui subpixel anziché sui pixel, quello che triplica la risoluzione orizzontale. Questo provoca un peggioramento della qualità rispetto all'originale, che si nota soprattutto nei testi di piccole dimensioni. |
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Ho rimpicciolito la pagina sul monitor al 43% e ho fatto lo screenshot. Le due righe del titolo sono pressoché identiche, quando sono viste in grande, ad eccezione delle lettere R e i. In piccolo però la qualità della seconda si deteriora in maniera incredibile. I veri type designer oggi non si occupano soltanto di disegnare lettere dalle forme armoniose, ma devono anche avere conoscenze informatiche tali da non vanificare tutta la loro fatica. Per quanto riguarda le righe scritte in Libre Bodoni, anche se sono troppo piccole per essere leggibili, notiamo che anche lì ci sono sfumature rosse da un lato e blu dall'altro. Anche questo font sfrutta il meccanismo che controlla i subpixel.
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