Una difesa del Comic Sans

Dieci anni fa uno youtuber che oggi ha 20 milioni di iscritti ha dedicato un video (in inglese) alla difesa del Comic Sans, un carattere bullizzato duramente in quel periodo e al centro di parecchie discussioni nel settore tipografico a causa della sua onnipresenza nei contesti più inappropriati. 

Il font era stato commissionato per essere usato nei fumetti che davano voce al cane che compariva in un software destinato ad insegnare l’uso del computer ai bambini. Poi non era stato utilizzato in quel modo, ma era stato comunque incluso nel sistema operativo di Microsoft, in un periodo in cui la scelta di caratteri era molto limitata. Molte persone avevano iniziato ad utilizzarlo, in occasioni che facevano accapponare la pelle ai grafici professionisti. Prima di tutto si tratta di un font informale e non dovrebbe essere usato in situazioni formali, tipo tesi di laurea e documenti ufficiali. In secondo luogo ha un nome che in inglese vuol dire sia fumetto che comico, per cui sono state attaccati tutti i suoi usi in occasioni in cui non c’era nulla da ridere, tipo tombe o comunicati della polizia riguardanti i predatori sessuali. Dopodiché è stato criticato per il disegno in sé: è brutto, è asimmetrico, eccetera.

Lo youtuber inserisce la sua difesa in un discorso che parte addirittura dagli amanuensi medievali, passando da Gutenberg e dall’invenzione del corsivo, e che include anche la definizione di font come “il vestito delle parole”. Noi non possiamo vedere le parole nude, dice lui, ma sempre con la forma scelta da un designer.

Tra le altre cose, vengono mostrati a confronto due testi visualizzati senza antialiasing, come era normale sui computer dell’epoca, dove ogni pixel era bianco o nero, e il sofware non aggiungeva nessuna sfumatura di grigio per ammorbidire le curve. Uno è scritto in Comic Sans e l’altro in Garamond. Il Comic Sans è senza dubbio più leggibile, quindi nel contesto in cui è stato disegnato aveva un senso.

Nella descrizione del video c’è tutta una serie di link a siti web che forniscono alcune basi di tipografia e soprattutto a quelli che hanno affrontato la questione del Comic Sans, hanno suggerito alternative, hanno segnalato usi non appropriati.

Il video ha ricevuto ben 40mila commenti, che continuano ad essere aggiunti a distanza di anni.

Qualcuno per esempio segnala uno strafalcione: font non deriva certo dalla parola foundue, che non esiste e ricorda la fonduta, che è invece roba che si mangia.

Tra l’altro nel video si dice che il font usato nei commenti di Youtube è l’Arial.

Non so se era vero all’epoca, può darsi, ma oggi non lo è più. Almeno non per me: il codice della pagina dice: “Roboto, Arial, sans-serif”. Ossia, il browser visualizza il testo in Arial solo se per qualche motivo non riesce a scaricare il Roboto dai server di Google. Cosa che può succedere se si guasta il server, se l’opzione è disabilitata dall’utente, o il software client non la supporta. Solo in questo caso il browser cerca l’Arial in memoria. E se l’Arial non è installato va a pescare il sans-serif di default sul sistema in uso. L’Arial si trova solo su Windows, mentre Apple, Linux, Android eccetera usano altri sans.

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