Verona, stampa al torchio Albion

Nel 2016 il progetto Tipografia Artigiana Universitaria Veronese ha caricato su Youtube un video di due minuti e mezzo in cui si mostra la stampa di una scritta su un foglio mediante un torchio in metallo.

Video senza parole, senza didascalie, senza descrizione. 1.757 visualizzazioni, un solo commento: qualcuno chiede l’anno in cui è stato prodotto il torchio, ma non ottiene risposta.

I progressi nell’ambito delle tecniche di stampa furono secondari nei primi quattro secoli della tipografia. A metà del Quattrocento Gutenberg stampava con un torchio ottenuto modificando quello che si usava per pigiare l’uva: c’era una leva che andava tirata verso di sé in orizzontale e che grazie a una grossa vite verticale indirizzava la forza verso il basso, per premere il foglio sui caratteri.

All’inizio dell’Ottocento il meccanismo era pressoché lo stesso, ma si usava il metallo al posto del legno: resistente, indeformabile e con la possibilità di gestire con cura le regolazioni. Poi nel corso del secolo vennero inventate presse di modello diverso, per poter aumentare la velocità grazie a componenti girevoli; presse che combinavano insieme componenti piane e componenti cilindriche; macchine rotative che potevano essere collegate ai motori a vapore per andare avanti in maniera semi-automatica o automatica.

Anche se nella descrizione del video non c’è scritto niente, i dettagli sono disponibili sul sito dell’università: quello che si vede è un torchio tipografico Albion, fuso dalla Hopkinson&Cope di Londra attorno al 1844.

L’università lo utilizza per stampare il diploma di laurea per gli studenti che lo richiedono, e se lo fa pagare anche caro: 70 euro a copia.

Il carattere tipografico usato è il Dante, disegnato nel 1957 dal celebre stampatore Giovanni Mardersteig. La carta è pregiata, fabbricata a mano ad Amalfi dalla cartiera Amatruda, attiva dal quindicesimo secolo.

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