Yom Kippur
I drammatici fatti che stanno avvenendo in questi giorni in Israele hanno riportato alla mente il disastro dello Yom Kippur, quando il Paese venne attaccato dagli arabi che approfittarono del giorno di festa per coglierlo di sorpresa, senza che l’intelligence si fosse resa conto di cosa si stava preparando.
Il Corriere della Sera ha ripubblicato la storica prima pagina del 1973 in cui c’era un il titolo a nove colonne: “Guerra improvvisa fra arabi e israeliani”. Altri siti web l’avevano fatto pochi giorni fa, visto che i fatti avvennero all’inizio di ottobre ed è appena caduto il cinquantesimo anniversario.
All’epoca, ben prima dell’invenzione dei computer, l’impaginazione del giornale era molto rigida. Le colonne avevano larghezza fissa. Il giornale era in formato lenzuolo (largo ben 43 centimetri). La prima pagina non era una vetrina dei contenuti, ma ospitava interi articoli. E non c’erano fotografie: quel giorno venne pubblicata soltanto una cartina dei territori interessati dai combattimenti. La larghezza dei titoli veniva misurata in colonne. Solo con notizie importanti il titolo si estendeva per tutta la larghezza della pagina. Appunto perché si doveva fare spazio agli articoli, la dimensione non era eccessiva, in proporzione. Apparentemente in questo caso si rimase al disotto dei cento punti, con sotto quattro righe di sommario in sans neretto molto fitto.
Altri giornali fecero titoli molto più d’impatto: “Medio Oriente: guerra”, titolò La Stampa, tutto maiuscolo, a tutta pagina (credo sia l’equivalente di un corpo 130).
Il font utilizzato per il titolo di apertura dal Corriere è un senza grazie con una a a un solo piano (l’asta di destra non curva a sovrastare l’occhiello), un certo contrasto e un punto sulla i di forma circolare.
Passo alcune parole a What The Font, e i primi due risultati sono Futura BT Condensed Extra Black di Bitstream e Futura TS Heavy Cond di TypeShop Collection, due versioni digitali ispirate allo stesso modello e molto simili tra di loro.
Che l’ispirazione arrivi dal Futura è
sicuro, ma quello del Corriere ha due grosse differenze rispetto a questi due font. La prima è la forma della G,
che nei font in questione tende a chiudersi mentre sul quotidiano
rimane molto aperta, tanto da avere l’asta superiore tagliata in
verticale molto presto.
La seconda differenza è la forma della u, che nel font è un arco capovolto mentre sul quotidiano è composta di due parti, un’asta curva a sinistra che si appoggia ad un’asta rettangolare a destra.
Il Matcherator di FontSquirrel suggerisce due font alternativi moderni che possono essere usati per scopi simili: Fieger Condensed di FontSite Inc. e Limerick Cd Serial Xbold di Font Maker, acquistabili su FontSpring. Il secondo ha una G più chiusa e una U ad arco capovolto, ma ha anche una e meno esuberante dell’altro, e quindi più adatta ad un quotidiano serio.
Cercando tra i font gratuiti presenti sul sito, i risultati che si avvicinano di più hanno sempre la a a due piani. Tra questi viene segnalato anche il Fira, che ha sì il punto circolare sulla i, ma ha le estremità di altre lettere molto più movimentate di quelle che si vedevano ai vecchi tempi sui giornali.
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