Alfabeto celestiale

L’alfabeto celestiale o angelico è stato inventato da un certo Heinrich Cornelius Agrippa nel sedicesimo secolo.

È palesemente ispirato a quello ebraico, per nome e forma delle lettere e per il fatto che mancano le vocali, ma si scrive da sinistra a destra.

È poco pratico da tracciare, visto che ad alcune giunture ed estremità include dei cerchietti vuoti. In effetti nessun libro è mai stato stampato in questi caratteri, che vengono presumibilmente usati in riti esoterici che riguardano gli angeli.

A volte un altro alfabeto occulto, l’enochiano, viene chiamato celestiale, ma non ha nessun legame con questso. Della famiglia di alfabeti occulti fanno parte anche il Transitus Fluvii e il Malachim.

Esistono in circolazione vari font ispirati a questo alfabeto. Su Font Space quello più accurato è forse il Celestial, di Pixel Sagas, anche se la A è stata disegnata come una X invece che come una aleph ebraica.

Lo stesso disegnatore ha caricato sul sito anche un Anglo Celestial, che si basa sullo stesso principio, aste monoline sottili con cerchietti vuoti a giunture ed estremità, ma anziché prendere come riferimento le lettere ebraiche ha preso le lettere latine. Le parole scritte con questo font sono facilmente leggibili da chiunque.

Sullo stesso sito troviamo il Murmur di Nina Bero, lettere latine liberamente disegnate con qualche cerchietto alle estremità, e lo Spellweaver Nodes, segmenti rettilinei e cerchietti pieni, che forse lontanamente si ispira allo stesso immaginario, ma in maniera casuale.

La descrizione dice che si tratta di un font runico ispirato ai geroglifici fantasy di Dragon Magazine.

Tra i font a pagamento di My Fonts il primo risultato pertinente è il Celestial Writing di Deniart System, che a prima vista sembrerebbe abbastanza accurato. Qui la A somiglia molto alla aleph ebraica.

“Un alfabeto magico usato in passato da società segrete. Questo font è distribuito insieme a una guida all’uso in formato Pdf”, dice la descrizione.

Nell’anteprima che si vede sul sito, al posto della I compare la scritta “Celestial writing”. Evidentemente, visto che l’originale era un abjad, anche il font derivato è un abjad. Il risultato è che non si può incollare un testo e convertirlo automaticamente in questo font per ottenere un risultato pronto all’uso, perché in corrispondenza di tutte le I comparirebbe la scritta di servizio anziché il glifo corrispondente.

Sarebbe bello poter consultare il Pdf-guida, ma non trovo il link neanche sul sito ufficiale.

La disegnatrice è una donna, Denise Koehler. Il suo primo font risale al 1993 ed era un set di geroglifici egiziani.

Nel corso del tempo ha disegnato vari font basati su scritture antiche come quella maya e azteca, o sui pittogrammi.

E spesso si è soffermata anche su scritture misteriose ed esoteriche.

Su My Fonts la lista dei prodotti di Deniart Systems ordinata per rilevanza si apre con i geroglifici egiziani, disegnati in nero con sfumature bianche (gli occhi e le penne degli uccelli sono in bianco, ossia in trasparenza). Al secondo posto troviamo i simboli alchemici. Segue un normale alfabeto ebraico, e i glifi del Disco di Festo.

In seguito troviamo cristalli di neve, simboli astrologici, pittogrammi (Meso Deko – aztechi messicani), i glifi maya che indicano i mesi e i giorni, le rune incise su tessere di forma rettangolare, l’alfabeto tebano e così via.

C’è anche qualche esperimento fantasia sul normale alfabeto, come il Jelly Jester “ispirato al jolly sulle vecchie carte da gioco”. Normali lettere latine deformate a piacimento estremità arricciate.

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