Arion Press
Due anni fa Business Insider ha caricato su Youtube un video in cui mostra come viene prodotto un libro alla Arion Press di San Francisco, l’unica casa editrice in cui i libri vengono realizzati con tecniche risalenti all’Ottocento. Il prodotto finito può costare anche diecimila dollari.
In realtà quello che si vede è molto più avanzato rispetto alle tecniche completamente manuali che vennero usate per quattro secoli da Gutenberg in poi. Là bisognava prendere i caratteri uno alla volta dagli appositi scompartimenti e allinearli nel compositoio. Qui invece si vedono macchine metalliche coi loro movimenti ritmici che fondono i caratteri sul momento.
Sono le monotype, apparecchiature composte di due parti. Su una c’è una grande tastiera su cui viene digitato il testo da stampare, che viene memorizzato su nastro di carta. Sull’altra viene montato il nastro e si ottengono i caratteri in piombo che poi dovranno essere inchiostrati nella pressa per stampare il testo su carta. Tutto senza intelligenza artificiale e senza display di nessun genere.
Questa tecnologia fu in uso fino alla seconda metà del Novecento, ma ora è completamente abbandonata, perché non può competere con le tecniche digitali. I testi digitati a computer sono molto più maneggevoli, l’impaginazione a computer è molto più rapida, la stampa offset garantisce una qualità maggiore e una velocità impensabile: 130 mila copie l’ora. Le macchine per la composizione a caldo sono quasi scomparse, e anche laddove ci sono si sono perse le conoscenze per farle funzionare in maniera efficiente. Eppure la Arion riesce a sopravvivere e vendere i suoi prodotti a prezzi molto alti grazie a istituzioni e appassionati che la sostengono. E coloro che ci lavorano sono entusiasti, anche solo per il fatto di sporcarsi di inchiostro in una giornata di lavoro, oppure per avere tre macchine fonditrici che funzionano senza problemi, cosa niente affatto scontata.
Dopo la stampa c’è la fase della rilegatura, che pure viene fatta a mano, con ago e filo, invece che con macchine appositamente progettate.
San Francisco è una città molto tecnologica, in cui molti lavorano tutto il giorno negli uffici, al computer, svolgendo attività che non hanno nulla a che vedere con la manualità, e quindi rimangono affascinati nel vedere un laboratorio che ancora lavora con macchinari e tecniche superate, e sono disposti a spendere magari cinquanta dollari per il poster con l’incipit della Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti. Anche perché si sente al tatto che non si tratta di un documento uscito da una normale stampante digitale.
Anche i bambini mostrano un notevole interesse per queste tecniche: nel filmato si vede la figlia dello stampatore che si diverte a comporre parole con grossi caratteri mobili in legno, per vedersi consegnare alla fine il poster stampato con la frase che ha impaginato lei.
In giro per il mondo ci sono varie tipografie che ancora stampano con queste tecniche, oppure laboratori che offrono anche ai visitatori la possibilità di cimentarsi coi caratteri mobili, gli inchiostri e le presse. Non tutte le macchine per la composizione e stampa dei secoli passati sono ferme nelle teche dei musei.
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