English as She is Spoke

“English as She is Spoke” è il titolo con cui è conosciuto un manuale di conversazione portoghese-inglese pubblicato a Parigi nel 1855, e rimasto nella storia per la quantità stratosferica di frasi sgrammaticate che contiene.

L’autore infatti non conosceva l’inglese, quindi prese un manuale di conversazione già esistente, portoghese-francese, e tradusse parola per parola la parte francese aiutandosi con un vocabolario.

Il risultato è prevedibile: le parole sono state inserite a volte nella loro accezione sbagliata, e comunque la sintassi delle frasi è completamente insensata.

La cosa venne giudicata così comica che il libro venne ristampato più e più volte come libro umoristico, e ancora oggi viene ristampato!

Wikipedia in italiano ha una voce dedicata, e mostra anche il frontespizio dell’edizione del 1855, che ci permette anche di farci un’idea dei caratteri e delle tecniche di impaginazione dell’epoca.

Il titolo era di molte parole, suddiviso in varie righe. Da una riga all’altra cambiavano dimensione e stile. La parola più grande è “Conversaçao,” larga quanto la pagina in caratteri che a noi fanno pensare a Bodoni ma che trattandosi di un editore parigino dovrebbero far pensare da Didot. Caratteri con grazie sottili e rettilinee, contrasto tra tratti più spessi e altri più sottili, O con asse di simmetria perfettamente verticale. La riga successiva era in caratteri gotici, perché all’epoca il gotico era ancora molto usato per scopi decorativi. Tutto il resto è in serif tondo o corsivo, mentre i nomi degli autori e alcune indicazioni sull’editore sono in una sorta di Bodoni Black. 

Su The Public Domain Review invece troviamo un’edizione del 1884. Si tratta già di un’edizione umoristica. Sono sparite tutte le parti in portoghese, il titolo è stato cambiato nel buffo “English as She is Spoke: or A Jest in Sober Earnest” e sono rimaste solo le definizioni in inglese da leggere tutte di seguito per riderci sopra.

Il font scelto per il titolo è uno strano decorativo irregolare, con molte spirali e terminali a bottone, moderato contrasto. Il resto del frontespizio è in caratteri romani o italici. Manca il gotico, che però troviamo nel titolo dell’introduzione, e non c’è ancora il sans-serif.

Sfoglio rapidamente le pagine tanto per farmi un’idea. Il baricentro della e minuscola è ancora molto rialzato. Nulla a che vedere col Century, ancora.

Un’edizione recente di English as She is Spoke si trova online anche sul sito della Feltrinelli, editore Dover Publications, anno 2018.

Qui il titolo è in un font handwriting lettere stampatelle, bianco su fondo azzurro, con sottotitolo in corsivo calligrafico, il tutto incentrato attorno ad un’illustrazione flat art in cui un’affascinante turista seduta al tavolino di un bar cerca di farsi capire da un confuso cameriere aiutandosi con una guida dala copertina rossa.

In alto è riportata una citazione di Mark Twain: “Nessuno può aggiungere niente all’assurdità di questo libro... È perfetto”.

Purtroppo noi siamo fin troppo abituati a qualcosa del genere: internet è strapiena di testi tradotti in automatico che fanno cadere le braccia. Ad esempio il sito in italiano della Formula E, che continua a dire che il gran premio di Monaco, ad esempio è il “rotondo 9” del campionato (il nono... “round”).

Oppure quel sito cinese in lingua italiana che diceva che il locale inventore della stampa, Bi Sheng, realizzava i suoi “personaggi” con la terracotta (“character” in inglese può indicare sia il carattere tipografico o che il personaggio in una rappresentazione).

Riporto un paragrafo del libro:

A duchess accused of magic being interrogated for a commissary extremely unhandsome, this was beg him selve one she had look the devil. "Yes, sir, i did see him, was answer the duchess, and he was like you as two water's drops."

e il modo in cui Google lo traduce in automatico:

Una duchessa accusata di magia veniva interrogata per conto di un commissario estremamente brutto, questo era stato supplicato da sola di aver guardato il diavolo. "Sì, signore, l'ho visto, fu la risposta della duchessa, ed era come voi come due gocce d'acqua."

Notiamo nell’originale la confusione tra chiedere nel senso di supplicare e nel senso di interrogare, e quella tra guardare e vedere.

La frase “come due gocce d’acqua” non esiste in lingua inglese. Il dizionario Garzanti la traduce “as like as two peas (in a pod)”, ossia come due piselli (nel loro baccello). In ogni caso, non ha senso usare il genitivo sassone, perché le gocce non sono di proprietà’ dell’acqua: drops of water, e non water’s drops!

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