Grimori. Alfabeto Tebano
Dice Wikipedia che un grimorio è un libro di magia. Ne vennero scritti molti tra la fine del medioevo e l’inizio del diciottesimo secolo. Contenevano soprattutto corrispondenze astrologiche, liste di angeli e demoni, istruzioni pratiche per creare incantesimi, preparare medicine e pozioni, invocare entità soprannaturali e fabbricare talismani.
L’enciclopedia pubblica una lista dei principali grimori conosciuti.
Ci sono anche varie foto. In una si vede una ristampa settecentesca del Grimorio di Papa Onorio. A sinistra un’illustrazione a colori, a destra il titolo, in quattro righe di dimensioni diverse, un simbolo magico e la città in cui è stato stampato (Roma). I caratteri sono tutti serif, quasi sempre all-caps. La parola “Grimoire” è in grassetto con contrasto.
In un’altra foto si vede una pagina del Sefer Raziel Hamalakh. Qui il testo è tutto in ebraico ma c’è una sequenza di simboli strani, molti dei quali sono concepiti come piccoli cerchietti vuoti uniti da segmenti, possibilmente rettilinei. Come nell’alfabeto celestiale di cui ho parlato pochi giorni fa.
Cercando “grimoire” su Google vengono fuori molte pubblicazioni moderne che contengono la parola nel titolo. Infatti la tradizione di scrivere dei grimori è confluita in varie correnti, come wicca, satanismo e magia del caos. Alcuni fanno uso di font abbastanza normali, ma in parecchi casi si sono andati a trovare font molto evocativi, inseriti magari fra intricate decorazioni floreali. Comunque si cerca di evocare una atmosfera magica e misteriosa fin dalla copertina.
Cercando “grimoire alphabet” vengono fuori varie forme di scrittura particolari. Dovendo scrivere un libro di incantesimi, in molti periodi si poteva essere perseguitati dalla Chiesa e condannati. Inoltre se il contenuto era destinato a rimanere segreto, era importante prendere delle precauzioni, e non scrivere esplicitamente tutti i passaggi, o scriverli in modo che i non iniziati non potessero leggerli. Per cui venivano usati molti simboli strani e interi sistemi di scrittura appositamente ideati.
Dal punto di vista moderno si tratta di un sistema di crittografia facilmente decifrabile, visto che a simbolo uguale corrisponde lettera uguale. In informatica, usare un font con lettere strane in un documento di testo è praticamente inutile, dato che basta cambiare font per rendere il testo pienamente leggibile. Ma non tutti, trovando un manoscritto pieno di simboli strani, provano l’istinto di sedersi alla scrivania e cercare di decifrarlo, lettera per lettera.
Quindi il sistema è ancora diffuso, anche come gioco per gli adolescenti che vogliono scrivere i loro pensieri in maniera tale da non farli leggere ad adulti o estranei.
L’alfabeto che ricorre più spesso tra i risultati della ricerca riguardante i grimori è l’alfabetoTebano, o Witch’s Alphabet, alfabeto delle streghe o della religione wicca.
Qualcuno ha impaginato la tabella di tutti i simboli in maniera attraente, con cornici di nodi celtici, sfondo di pergamena, intestazione in stile gotico, runico o comunque usando font evocativi.
L’alfabeto è stato creato nel Cinquecento, e pubblicato per la prima volta in un libro chiamato Polygraphia, scritto da un certo Johannes Trithemius, che lo fa risalire al medioevo.
Qualcuno lo chiama alfabeto onoriano, o rune di Onorio.
Eric Raymond, noto programmatore americano, ha proposto di inserirlo in Unicode, ma finora la sua proposta non è stata accettata.
Ovviamente queste lettere sono state inserite in vari font, nella stessa posizione delle lettere latine, vista la corrispondenza diretta.
Uno di questi è il Witch of Thebes, di IndigoAvemour, che si può scaricare gratuitamente da Dafont e che è stato caricato solo a ottobre dell’anno scorso. Le lettere sono disegnate in maniera un po’ imprecisa, per simulare i libri stampati secoli fa. All’alfabeto tebano mancano alcune lettere, quindi la J è uguale alla I, come pure U, V e W sono uguali fra di loro.
Nel font mancano i numeri.
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È l’unico progetto di questo autore caricato sul sito.
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