Il Vangelo di Dunedin

Ha scritto alcuni anni fa l’Otago Daily Times che nella biblioteca di Dunedin, in Nuova Zelanda, è conservato un Nuovo Testamento che misura solo 18 per 15 millimetri.

È stato stampato nel 1895, e all’epoca doveva essere il più piccolo al mondo, si dice.

Si compone di 520 pagine, di carta sottilissima, e non può essere letto a occhio nudo.

Sul web circolano solo un paio di foto della copertina, per cui non si può sapere come era impaginato all’interno.

Non vengono fornite informazioni su quale tecnica è stata usata per stamparlo. Non è detto che siano stati usati direttamente caratteri mobili. È possibile che siano state ridotte le pagine di un vangelo stampato in dimensioni normali magari usando tecniche fotografiche.

La scritta New Testament in copertina è in caratteri dorati, serif. Facendo le dovute proporzioni dovrebbe trattarsi dell’equivalente di un corpo 5 o 4.

Alle Bibbie di piccole dimensioni è dedicata una voce di Wikipedia soltanto in lingua inglese, intitolata Thumb Bible. La parola thumb indica il pollice della mano.

La prima Bibbia di questo genere venne realizzata a Londra nel 1601, e misurava 33 per 27 millimetri. Conteneva 128 pagine di sole sei righe.

Nemmeno Wikipedia spiega quali tecniche si usavano per impaginare e rilegare libri così piccoli.

In origine erano destinati ai bambini, erano illustrati, e non contenevano l’intero testo, ma un riassunto degli episodi principali.

Alla fine del diciannovesimo secolo le Thumb Bibles lasciarono il posto alle Mini-miniature Bibles, come scrive un certo Gottfried Adam in un libro interamente dedicato all’argomento.

I libri in piccole dimensioni costavano molto poco: sul web si può vedere una vecchia pubblicità che parlava di 15 centesimi ognuno, oppure 50 per quelli rilegati in pelle con scritta dorata.

Circola un aneddoto attribuito a T. E. Lawrence, il quale raccontava che il più grande guerriero dell’Arabia settentrionale gli aveva raccontato di avere comprato per 120 sterline un Corano in miniatura. Lo considerava un amuleto, visto che da quando lo portava con sé non era mai stato ferito. Nessuno aveva avuto il coraggio di dirgli che a Glasgow lo stesso libro si vendeva al prezzo di 18 pence (un penny vale meno di mezzo centesimo).

Di recente è stato scritto l’intero testo della Bibbia in lingua ebraica su un supporto grande quanto la punta di una penna. Non si tratta però di un oggetto in vendita, ma di un’iniziativa pubblicitaria di un istituto israeliano che studia tecniche di lavorazione del silicio utili per la produzione di dispositivi informatici.

Ovviamente a occhio nudo non si vedono né le lettere né le pagine di testo: c’è bisogno di un microscopio elettronico capace di 10mila ingrandimenti.

Un documentario in inglese con interviste a coloro che hanno lavorato per realizzare questa nano-Bibbia può essere visto su Facebook.

Le lettere sono state incise con un laser su una superficie dorata.

A giudicare da quello che si vede nel video, le lettere sarebbero bitmap larghe sei bit o giù di lì. Ma è chiaro che le dimensioni sono inconcepibili. Non è qualcosa che le persone comuni possono vedere, toccare, misurare.

Nel video si vedono soprattutto le facce degli intervistati, qualche rendering di come è avvenuta l’incisione, e immagini di repertorio per sottolineare i concetti di cui si parla. Solo in qualche fotogramma si vede ciò che viene inquadrato dal microscopio elettronico, e non è spettacolare più di tanto.

Commenti

Post più popolari