Le montagne sulla Carta Geologica d’Italia

Mi è sempre piaciuto il font calligrafico usato per indicare le montagne sulla Carta Geologica d’Italia.

Peccato che manca qualunque indicazione di quale è il modello a cui è ispirato.

Volendo fare qualcosa di simile usando i font di Google si potrebbe scegliere l’Amita, di Eduardo Tunni e Brian Bonislawski, che ha lo stesso aspetto ordinato, ma è a lettere separate. 

Se passo la parola “Mourin” al servizio What The Font di My Fonts restituisce parecchi risultati, nonostante il fatto che le lettere siano attaccate una all’altra (fino a qualche tempo fa il sito chiedeva di separarle a mano).

Il primo risultato che viene fuori però non è soddisfacente: SF Change Pro, di Sultan Fonts Foundry. La M e la r sono impostate come lettere stampatelle. Invece se c’è una cosa bella nel font usato sulla Carta è la M con tre tratti verticali.

Un font che potrebbe essere adatto è Special Alphabets 1 della Monotype. Che è appunto un calligrafico molto ordinato, anche se la M è disegnata come quella del French Script, molto fuori moda (e per questo affascinante).

La descrizione su My Fonts manca del tutto. La famiglia è strana, perché comprende alfabeti molto diversi tra loro. Se il numero 1 è di lettere calligrafiche, il 2 e il 3 sono Fraktur in due pesi diversi, il 4 è un display a contrasto con le aste spesse vuote. Il 6 ha maiuscole bianche su fondo nero e maiuscole piccole nere in una cornice quadrata nera. Il 7 ha maiuscole grandi inline e maiuscole piccole normali in una cornice circolare. L’8 ha maiuscole calligrafiche e minuscole come tasti di computer. Il 10 pare un sans, l’11 sono maiuscole serif ruotate di novanta gradi in senso antiorario. Il 5 e il 9 mancano.

Boh.

Simile allo Special Alphabet 1 è il Vunder Script di Ingrimayne Type. Scrittura calligrafica con maiuscole che hanno tocchi blackletter, dice la descrizione. Due pesi ad asse verticale e due ad asse obliquo.

Identifont conosce il nome, ma non ha stilato ancora una lista dei font simili.

Dice solo che è disegnato da Robert Schenk per Ingrimayne Type, ma non fornisce neanche l’anno. 

Una curiosità: le stesse forme dell’Amita si trovano in un altro dei font che stanno su Google, il Redressed di Astigmatic, anche se mancano riferimenti incrociati nelle rispettive descrizioni. A giudicare dall'anteprima, il secondo font sembrerebbe più compatto, con meno interlinea, adatto quindi a impaginare testi più lunghi anziché titoli. Però manca la versione Bold che invece c’è nell’Amita. 

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