Thomas E. Harvey

Su Font Space ci sono 43 font firmati Thomas E. Harvey.

Si tratta spesso di versioni amatoriali di font famosi.

La qualità è un po’ bassina, ma almeno sono gratuiti per uso personale.

Al primo posto il sito mostra il TallDeco, che ricalca le forme dell’Itc Anna.

Poi troviamo un altro carattere rétro, il Nite Club, sans serif con contrasto.

Il successivo è il Broadbay, sans serif, pesante, con contrasto, maiuscoletto, che non ha nulla a che vedere col Broadway, ma evidentemente è ispirato allo stesso immaginario. Broadway è la via dei teatri a New York, famosa per le scritte a lettere cubitali che annunciano i vari spettacoli.

Il Gael riproduce le forme dell’American Uncial, ma senza le maiuscole. Quindi è un vero onciale.

L’Akenaten è ispirato ai caratteri che nell’Ottocento venivano chiamati egizi, e l’ho usato in passato per imitare la testata del primo Corriere della Sera.

Il Comaro non è altro che lo Stop di Novarese, mentre il Coliseum è il Koloss.

Scorrendo la lista si trovano vari altri font familiari, tra cui il Mottek, che imita il Motter Tektura, un font famosissimo che per qualche strano motivo non è catalogato su Identifont.

Purtroppo manca una tabella delle corrispondenze, forse anche per evitare di attirare l’attenzione dei proprietari dei font originali.

All’ultimo posto per popolarità il sito ci mette lo Swashett, un font irregolare che mi ricorda il Matura. Nella posizione precedente c’è l’Inscruta, con lettere counterless che si ispirano a quelle che venivano disegnate negli anni Trenta. La A è un triangolo interamente pieno, la C è un ovale a cui manca uno spicchio. La S sono due semicerchi appoggiati uno all’altro.

Il primo dingbat per popolarità è il DingMaps, che raccoglie i profili degli stati che fanno parte degli Stati Uniti d’America.

A differenza di Dafont, Font Space non fornisce dati riguardanti i singoli font, ma solo il totale complessivo. I 43 font di Harvey avrebbero totalizzato circa 750 mila download.

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