Fotocromia
La fotocromia era una tecnica litografica che permetteva di ottenere delle foto a colori a partire da un’immagine in bianco e nero.
Richiedeva l’utilizzazione anche di quattordici pietre litografiche ed era utilizzata soprattutto per stampare cartoline postali.
Esistono tuttora collezionisti che vanno alla ricerca di cartoline stampate con questa tecnica, riconoscibili per i colori un po’ irreali, talvolta troppo sfumati e talvolta troppo intensi.
Wikipedia e altri siti web restano abbastanza vaghi a proposito dei vari passaggi: si sa che l’immagine veniva trasferita dal negativo alla pietra usando un sottile strato di bitume purificato disciolto nel benzene. Il tutto doveva rimanere esposto al sole per un tempo che variava a seconda dell’intensità della luce: in estate bastava meno di mezz’ora, in inverno ci voleva qualche ora. Il tutto andava poi lavato con la trementina per rimuovere il bitume non indurito. Infine si “ritoccava nella scala tonale del colore scelto, per rafforzare o ammorbidire i toni a seconda di quanto desiderato”.
Già, ma in che modo? Visto che questa tecnica è completamente abbandonata, non ci sono informazioni precise o dimostrazioni.
Al limite si possono trovare filtri per il software che modificano le tonalità per dare alle immagini un aspetto simile a quello delle fotocromie.
Il processo venne inventato negli anni 1880 da un certo Hanzs Jakob Schmid, che lavorava per un’azienda svizzera.
La moda delle cartoline in fotocromia durò almeno fino alla prima guerra mondiale (anni Dieci del Novecento), anche se si segnalano usi fino al 1970, anche manifesti e opere d’arte.
Oggi la parola fotocromia è associata
a quei materiali che cambiano alcune proprietà quando colpiti dalla
luce, e che vengono usati per fabbricare quegli occhiali da sole che si scuriscono solo quando serve.
Alcune cartoline realizzate con la tecnica della fotocromia possono essere ammirate sul sito Prepressure, altre su FromThePublicDomain.
Questa tecnica è stata abbandonata quando è stata inventata la normale stampa a colori che si usa ancora oggi, che permette di realizzare qualsiasi sfumatura a partire da solo quattro colori fondamentali: ciano, magenta, giallo e nero.
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