Staatliches, Harley Style, Dripicons, Socicon
Il 18 maggio la chitarrista e cantante spagnola che suona Rock&Roll stile anni Cinquanta La Perra Blanco si esibirà in concerto a Barcellona. Tra tutte le date elencate sul sito ufficiale (laperrablanco.com) questa mi ha colpito di più per via della forma dei numeri. L’1 è un semplice rettangolo, mentre l’8 è formato da un occhiello superiore perfettamente circolare e uno inferiore che ha un accenno di tratti verticali rettilinei.
Le date sono scritte in bianco su fondo nero, divise su due righe. Nella prima ci sono le prime tre lettere del mese, dimensione 26.6 pixel, nella seconda c’è il numero del giorno, 40.6 pixel.
Non si tratta di un font a pagamento: è uno di quelli che si possono scaricare gratuitamente da Google. È lo Staatliches, di Brian La Rossa ed Erica Carras, che il sito attinge direttamente dai server di Google, gstatic. È un sans serif composto di sole maiuscole, con lettere relativamente strette. La O ha lunghi tratti verticali rettilinei.
Le proporzioni sono non convenzionali in maniera affascinante, dice la descrizione (“charmingly unconventional”. L’ispirazione è il catalogo della prima esibizione del Bauhaus dal 1923, realizzato da Herbert Bayer.
Il font è usato da 59 mila siti web, e nell’ultima settimana è stato servito da Google 30 milioni di volte.
L’elenco delle top countries è sempre inattendibile: compaiono solo paesi che iniziano per A, B, C. Si va da oltre un milione di Australia e Brasile ad appena 3 mila del Cile. Difficile che non ci sia niente in mezzo. Tempo fa ho provato a segnalare la cosa a Google e a chiedere spiegazioni, ma non ho mai ricevuto risposta.
Lo Staatliches è utilizzato anche per i titoli dei post e per altre componenti della pagina, ma con effetto meno suggestivo rispetto alle date dei concerti.
Per le varie sezioni del sito è stato usato invece un calligrafico disordinato, a lettere unite, che si chiama Harley Style e che è ospitato all’interno del sito stesso.
Non è in vendita sulle principali piattaforme commerciali.
Per trovarlo dobbiamo andare su Creative Market.
Per usarlo come webfont bisogna spendere dai 17 dollari in su. 17 dollari è il prezzo per uso desktop. La cifra più alta è quella per uso App: 130 dollari.
A caricarlo è stato HTLNS.co, che si legge hotlines, un designer freelance indonesiano. Di cui il sito offre vari altri font fantasia.
Tra gli altri font in uso sul sito della musicista (i testi sono in Roboto), c’è da notare il Dripicons, pure questo ospitato sullo stesso server del sito.
È un dingbat di 200 glifi che contiene vari simboli che possono essere utili sui dispositivi digitali: allineamento del testo, frecce, livello della batteria, luminosità, volume...
Non ho visto dove viene usato nel sito, sempre che ci sia da qualche parte.
Il font è di provenienza sconosciuta. Mi pare che non ci siano informazioni sul copyright neanche all’interno.
Cercando coi motori di ricerca, arrivo al sito Iconstore.co, che ne consente il download gratuito e indica come autore Amit Jakhu.
Più appariscente invece è l’uso del Socicon, da cui vengono attinti i loghi dei social network con cui il sito è collegato: Facebook, Instagram e Youtube (in alto a destra).
Il font contiene un numero spropositato di loghi: 260. Napster, Whatsapp, Telegram, Google, Skype... La gran parte neanche li conosco.
Per Twitter c’è il vecchio logo dell’uccellino.
Uno dei motivi per cui i disegnatori consigliano di collegare tutti i siti che usano un determinato font ad un server centrale, anziché ad una copia locale del font, è che quando viene corretto un errore o aggiornato il font, la correzione è immediatamente valida su tutti i siti collegati.
Il sito di La Perra Blanco invece fa uso di una copia locale.
Le informazioni all’interno del font si limitano a dire che è stato generato da Icomoon.
Sul sito della società però non viene presentato niente del genere.
Però un font come questo è in uso e con il nuovo logo del sito, a forma di X, visibile in home page.
Il font non è allegato a parte, ma codificato nella pagina in base64.
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