Biryani

Il sito Portadimare.it ha la testata nell’inconfondibile Gill Sans Ultra Bold, font molto diffuso perché viene distribuito col software Microsoft.

I titoli sono in un normale Open Sans preso da Google, mentre gli articoli sono in un altro senza-grazie con una a nella quale il tratto superiore è molto corto, forma solo metà dell’arco al disopra dell’occhiello.

Il carattere usato è Biryani, di Dan Reynods e Mathieu Réguer, anche questo pescato su Google Fonts.

Ha il supporto per latino e devanagari. Quest’ultima forma di scrittura si usa per trascrivere l’hindi, il marathi e il nepalese.

Non è necessariamente progettato per impaginare testi troppo lunghi da lettura immersiva: “La forma delle lettere è un po’ troppo ‘display’ per quello”, dice la descrizione.

Ai siti locali queste indicazioni importano ben poco. Abbiamo visto siti informativi con gli articoli impaginati in caratteri sans serif molto stretti, che mai e poi mai sarebbero stati usati in un’edizione cartacea.

Sicuramente la forma di alcune lettere del Biryani distoglie un po’ dalla lettura, in particolare la G per quanto mi riguarda, con molto spazio interno ma un’aperrtura molto stretta e un baricentro rialzato, ma si fa l’abitudine a tutto.

La f è stretta, la l minuscola, curvata all’estremità inferiore, è nettamente distinta dalla I maiuscola.

La firma di Dan Reynolds la troviamo in altri due font di Google, anche più popolari del Biryani: Martel e Martel Sans. Tutti e tre sono disponibili in sette stili.

Sette? Perché è un numero dispari?

Sono i sette pesi esistenti tra 200 e 900, e mancano tutti i corsivi.

La firma di Réguer invece compare solo in Martel Sans e Biryani.

Mentre il sito non fornisce nessuna biografia di Réguer, di Reynolds si dice che è nato negli Usa, ha vissuto in Inghilterra, abita in Germania e sta lavorando a una dissertazione sui caratteri tedeschi dal periodo guglielmino.

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