Jost

Il sito russo Ryb.ru ha i titoli impaginati in un sans-serif dall’aspetto insolito. Chissà dove l’hanno preso, mi chiedo. Invece viene fuori che si tratta di uno dei font di Google, attinto proprio da lì: il Josh.

Mai notato prima. L’autore si chiama Owen Earl.

Il font è variabile, due assi, peso e italico. Col vecchio sistema sarebbero nove pesi, da Thin a Black. Scaricando il font, oltre alla versione variabile, in cui è possibile selezionare anche ciascuno dei valori intermedi, sono disponibili anche i font separati. Tra un peso e l’altro ci sono cento unità intermedie.

I titoli del sito sono in Josh Black (900) mentre gli articoli sono in Josh Light (300).

Guardando le lettere latine il font è meno insolito di quanto sembrasse a prima vista, ma comunque ha un aspetto singolare. I punti sulla i sono rotondi, la t è cruciforme ma accoppiata ad una a a due piani. La o è perfettamente circolare, la W ha i vertici inferiori appuntiti.

Dice la descrizione che è ispirato ai font tedeschi degli anni Venti, ma non specifica quali. A me viene in mente il Kabel, ma solo per pochi dettagli.

Le statistiche di Google dicono che questo carattere è stato servito 306 milioni di volte nell’ultima settimana, e che è incluso in 370 mila siti web.

Segue la lista delle nazioni, che però è qualcosa di misterioso, visto che vi compaiono quasi sempre quelle della prima metà dell’alfabeto e raramente quelle dell’ultima. Stavolta c’è un’eccezione, ci si trova la Svizzera, però col valore più basso tra i cinque forniti, 209 mila, una miseria in confronto al milione del Canada e ai cinque milioni della Germania. Possibile che in mezzo non ci sia niente? Tempo fa avevo segnalato al sito che serviva un po’ più di chiarezza su come viene stilata questa lista, ma non è mai arrivata risposta.

Su Google Fonts ci sono altri due progetti firmati Owen Earl: il Bodoni Moda e il Beasley. Entrambi sono font variabili. Mentre il secondo ha due assi, il primo ne ha tre: oltre al peso e al corsivo c’è l’optical size.

Il peso varia tra 400 e 900. L’optical size invece può essere attiva o disattiva. Quando non è attivata, le lettere hanno più o meno il contrasto di un Bodoni normale. Quando è attiva i tratti sottili diventano così sottili che neanche si vedono, a 48px. La scritta deve essere molto grande per poter apprezzare i dettagli. 

 

Ingrandimento di uno screenshot del Bodoni Moda corpo 48 px. Mentre un disegnatore di caratteri ragiona in bianco e nero, tracciando linee di contorno che separano ciò che sicuramente fa parte della lettera da ciò che ne rimane fuori, i programmatori hanno bisogno di tradurre tutto questo in valori intermedi. In questo caso per dare l'illusione che le grazie e i tratti sottili siano molto sottili, i pixel non vengono colorati di nero ma si usano sfumature più chiare. Inizialmente si usava il grigio, ma visto che i monitor dei computer hanno pixel composti di tre colori separati, rosso, verde e blu, ora si interviene sui subpixel. Per passare dal bianco al nero, il valore del rosso viene abbassato di poco, quello del verde di più e quello del blu ancora di più. Dall'altro lato avviene l'opposto. Nello screenshot il risultato viene sommato, per cui si vede una sfumatura rossastra sulla sinistra e una bluastra sulla destra. Sul monitor i tre colori sono separati. Con questo sistema i programmatori riescono a triplicare la risoluzione orizzontale e migliorare la qualità del contorno, anche quando è curvo o obliquo.

 

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