Saetta
Una delle notizie di contorno sul Festival di Sanremo di quest’anno è quella che riguarda Saetta, il primo cane-robot dei Carabinieri, che si aggira nei dintorni dell’Ariston più per esigenze di rappresentanza che per motivi concreti (almeno si spera).
È un dispositivo in dotazione agli artificieri, che serve per disinnescare ordigni mentre l’operatore che lo manovra può essere a più di cento metri di distanza. Così se qualcosa dovesse andare storto nessuno si farebbe male.
Normalmente le forze di polizia hanno già dei mezzi del genere, ma si muovono su ruote o su cingoli. Questo invece cammina a quattro zampe, modellate come quelle dei cani, per cui risulta più simpatico (oltre al fatto che può superare ostacoli che bloccano i mezzi su ruote, che poi è il vero motivo per cui lo hanno progettato così).
La livrea è quella delle macchine dei carabinieri: fondo scuro e scritta in colore chiaro, inclinata.
La particolarità di questa scritta è che è inclinata in direzioni diverse sui diversi sportelli delle macchine, e in questo caso sui due lati del robot. Sul lato sinistro (quello di guida, sull’auto) le lettere sono inclinate alla loro destra, come in un normale corsivo. Sull’altro lato invece sono inclinate verso sinistra. Insomma in entrambi i casi la parte superiore pende verso il retro della macchina, che è appunto l’effetto che si ha in fase di accelerazione, quando la testa dei passeggeri viene spinta all’indietro mentre la macchina aumenta la sua velocità in avanti.
Nei font è facile ottenere il primo effetto, che è quello del corsivo, lo stile con cui si mettono in evidenza alcune parole in un testo. Normalmente tutti i font di uso comune sono dotati di un corsivo appositamente predisposto dal disegnatore. Anche se questo corsivo non ci fosse o non fosse installato, premere l’apposito pulsante in Office o OpenOffice otterrebbe comunque lo stesso effetto. Ovviamente i dettagli e l’inclinazione non sarebbero quelli ideali, ma le parole messe in corsivo in questo modo sarebbero comunque in evidenza.
E per inclinare le lettere dall’altro lato? Esistono pochissimi font in cui un effetto del genere è previsto dal disegnatore. Qualcuno potrebbe chiamarlo “reverse italics”, ma i font disegnati e taggati in questo modo sono molto rari.
Se per testi lunghi è difficile ottenere un effetto del genere, per fare dei loghi o scritte brevi si possono usare strumenti grafici anche molto comuni. In OpenOffice basta creare un oggetto Fontwork (l’icona raffigura una A dentro una cornice, e si trova nella barra degli strumenti Disegno), e scegliere nel wizard la prima opzione disponibile, quella del testo rettangolare.
Dopo avere scelto il font e i colori, basta trascinare il pallino giallo che compare lungo la cornice quando si seleziona l’oggetto. Tirandolo a sinistra, le lettere si inclinano in avanti, tirandolo verso destra, si inclinano all’indietro.
Fontwork consente di ricalcare il contorno delle lettere con un secondo colore, diverso da quello delle aste. Purtroppo in questo caso questa funzione non può esserci di aiuto: il font usato dai carabinieri infatti è dotato dell’effetto che alcuni chiamano comstock, ossia un contorno dello stesso colore delle aste, ma separato da queste da una fascia col colore di sfondo.
Non so se esiste un software in grado di ottenere quest’effetto in automatico. In mancanza bisogna trovare un font adatto.
Un effetto simile anni fa era anche sui numeri della Ferrari di Formula 1.
Altro tocco di stile: al disopra della scritta carabinieri c’è il nome del robot: Saetta.
Nelle foto che circolano in questi giorni il nome è scritto in Brush Script MT, un font molto diffuso perché incluso nel software Microsoft. È un corsivo calligrafico dai contorni morbidi, inclinato in avanti. È al centro della parte piatta della fiancata del robottino.
Ma sul web circolano anche altre foto, pubblicate a dicembre, in cui il nome del robot è scritto in Segoe Print, ed è vicino all’estremità anteriore della fiancata. Insomma, nel giro di due mesi i carabinieri hanno deciso un restyling, abbandonando un font a lettere separate per uno a lettere unite. Comunque hanno scelto sempre fra gli handwriting, uno stile poco tecnologico, per umanizzare qualcosa che di umano in teoria avrebbe ben poco.
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