Carta marmorizzata

Un tempo per abbellire alcuni oggetti, tra cui i libri, si usava la carta marmorizzata.

Si tratta di una carta su cui compaiono macchie di colore o strisce. Da un lato si intuisce che c’è uno schema ripetitivo, dall’altro si nota che ogni macchia o striscia è diversa da tutte le altre.

Quest’effetto si ottiene in maniera artigianale, facendo cadere gocce di colore in una mistura di acqua e colla e poi eventualmente modificandole con uno spiedino o con un pettine.

L’inchiostro nell’acqua ha la capacità di espandersi. Il fatto poi che la sostanza sia fluida permette di aggiungere le distorsioni laddove necessario.

Si appoggia poi il foglio sulla superficie dell’acqua, e appena questo inizia a impregnarsi lo si tira fuori facendolo strusciare sul bordo per togliere la colla in eccesso.

Quindi ogni foglio è un pezzo unico.

Ovviamente al giorno d’oggi è possibile fotografare il risultato e stamparlo con le normali tecniche per una produzione in serie.

Certo, usare questa tecnica sulla copertina esterna è fuori moda, ma magari si usa per le sguardie in alcuni libri con copertina rigida per aggiungere fascino all’edizione.

Su Youtube si può vedere la dimostrazione fatta da un’artigiana fiorentina che usa questa tecnica per lavoro, e tanti altri video fai-da-te realizzati da hobbisti e hobbiste che, talvolta in maniera un po’ goffa, spiegano e dimostrano come si fa.

Le origini di questa tecnica vengono fatte risalire alla Cina di oltre mille anni fa.

La marmorizzazione arrivò poi nel mondo islamico dopo alcuni secoli.

I viaggiatori europei la conobbero in Medio Oriente nel diciassettesimo secolo, e la portarono sul continente.

Nella tecnica tradizionale, la colla viene versata nell’acqua per renderla più densa. I colori sono diluiti in acqua per alleggerirli e farli stare a galla. Anticamente si usavano materiali naturali, oggi ci si affida a colle per carta da parati (polverine che devono essere sciolte in acqua) e colori acrilici.

Per ottenere un risultato ottimale, è importante tenere conto anche delle condizioni di umidità e calore del posto in cui si sta lavorando, che influiscono sul modo in cui il colore reagisce con l’acqua e con la colla.

Per chi non vuole sporcarsi le mani con l’inchiostro, sul web si può trovare anche una simulazione inserita in una pagina web, sul sito NickWalker.us. Non è necessaria installazione o iscrizione, chiunque può provare. Qui è possibile scegliere il colore, versare le gocce d’inchiostro o gli schizzi, pettinare in varie direzioni, in linea retta o ondulata, o ruotare il tutto.

L’insieme è molto più rigido rispetto ad una vaschetta piena d’acqua, gli effetti sono più limitati e bisogna studiare un po’ come fare per ottenere un risultato gradevole. Però per chi ha poca manualità, non vuole imbrattarsi e non vuole comprare le materie prime, il sito permette sperimentazioni interessanti.

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