Madimi One
Di recente Taurai Valerie Mtake ha scritto tre tweet per ripercorrere la storia del suo font Madimi One, appena caricato sulla piattaforma Google Fonts.
Thomas Phinney, presidente ATypI, ha condiviso il messaggio sul suo account.
Il Maidimi prende ispirazione dalla gentile geometria curvata di certi simboli grafici sudafricani, dice la descrizione. I cerchi sono una caratteristica principale, visto che il cerchio è una forma che rappresenta il grembo di una donna nelle simbologie KiNtu.
Il font supporta anche tutte le lettere latine.
Oltre al nome della Mtake, c’è anche quello di Mirko Velimirovic, di cui il sito riporta anche tre righe di biografia. È basato a Brooklyn, Stati Uniti.
Della Mtake invece il sito non dice niente, e non riporta neanche la fotografia.
Che invece si può vedere su Twitter.
Neanche qui c’è la biografia, a parte la dicitura “brand, visual communicator and type design”, e la località Stoccolma, Svezia, nonché il link alla sua pagina Instagram, dove ci sono parecchie sue foto.
L’ultimo post è quello dedicato al Madimi, datato tre giorni fa.
Secondo Google, il font è incluso in circa 680 siti web, e nell’ultima settimana è stato servito oltre un milione di volte.
Il Maidimi One non è l’ultimo font in assoluto caricato su Google. Ne è già arrivato un altro, l’Ojuju, firmato Udi Foundry, Chisaokwu Joboson e di nuovo Mirko Velimirovic.
Anche questo è di influenza dello stesso continente: è ispirato alle maschere africane, dice la descrizione.
Le lettere latine sono senza grazie, coi tratti orizzontali leggermente più spessi di quelli verticali. La a è a un solo piano, la W e la v hanno alcuni tratti orizzontali rettilinei.
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