Perché il mondo islamico inizialmente ha rifiutato la stampa?

Su Youtube si può vedere un video in inglese in cui si ripercorre la storia dei rapporti tra la stampa e l’Islam.

Passarono vari secoli prima che questa tecnica fosse accettata nel mondo islamico. E il motivo non è l’avversione verso la tecnologia, visto che gli arabi accettarono senza problemi altre invenzioni dell’epoca ed erano sempre molto interessati alla scienza e alla tecnica.

A quanto dice il video, subito dopo l’invenzione di Gutenberg il sultano Bayezid II nell’impero ottomano emise un editto riguardante la stampa. Era il 1485. Ai non-musulmani veniva riconosciuta la libertà di stampare libri nelle loro lingue, ma a nessuno venne consentito di stampare usando le lettere arabe, anche se sembra fosse consentita l’importazione di libri in arabo stampati all’estero.

La prima pressa venne installata a Istanbul nel 1493 da stampatori ebrei fuggiti dalla Spagna.

Secondo l’autore del video, il sultano poteva avere intuito il potere destabilizzante della stampa. Infatti in Europa ci fu la Riforma Protestante che è direttamente collegata alla possibilità da parte dei fedeli di ottenere a poco prezzo copie delle Sacre Scritture, da interpretare senza la mediazione della Chiesa.

Il primo Corano stampato venne prodotto nel 1537 a Venezia da un tipografo italiano, Alessandro Paganini.

Fu un fallimento commerciale per via del fatto che era pieno di errori, e questo provocò reazioni molto arrabbiate da parte dei fedeli mussulmani.

Le lettere arabe possono avere qualche complicazione rispetto a quelle latine, perché possono avere forme diverse a seconda della posizione nella parola o delle lettere adiacenti, oltre che per la presenza di segni diacritici. Bisogna produrre un numero maggiore di caratteri mobili, ma questo non è un problema insormontabile dal punto di vista tecnico.

Ma gli islamici hanno un atteggiamento particolare nei confronti del loro libro sacro, il quale non viene considerato come un testo pieno di informazioni da conoscere, ma come la Parola di Allah che deve essere recitata con un’intonazione particolare. Anche la trascrizione del Corano era considerata importante, per cui c’era bisogno di abili calligrafi che con calma e pazienza trascrivevano le lettere sacre a mano.

Affidare il compito di creare copie del Corano ad una pressa senz’anima, da cui si ottenevano copie tutte uguali e per giunta con gli stessi errori, veniva considerata una cosa irrispettosa nei confronti del testo sacro.

Non c’era domanda di libri, perché chi cercava la conoscenza si rivolgeva a un maestro, anziché a un libro.

E c’era una gran quantità di scribi e calligrafi, che organizzarono una protesta contro la stampa, e facevano attività di lobby contro la nuova tecnologia.

Si temeva poi la rapida diffusione di idee eretiche o sovversive.

Così già nel 1485 la stampa venne vietata.

Il primo mussulmano a operare nel mondo islamico fu un convertito ungherese chiamato Ibrahim Muteferrika, che nel 1726 scrisse un trattato sull’Utilità della Stampa e lo presentò al governo ottomano.

Gli ottomani in quel periodo erano in declino, e cercavano soluzioni ispirandosi a ciò che invece costituiva la chiave del successo degli europei.

Il sultano nel 1727 emise un editto per consentire ai musulmani di diventare stampatori, a condizione che non stampassero testi religiosi.

Il primo testo religioso ad essere stampato a Costantinopoli risale al 1818.

Già nel 1803 il primo Corano era stato stampato a Kazan, in Russia.

Durante la spedizione di Napoleone in Egitto nel 1798 i francesi portarono con sé anche dei caratteri tipografici arabi, con cui stamparono comunicati da diffondere tra la popolazione locale.

Lì gli egiziani si poterono rendere conto dell’utilità della stampa.

Iniziarono ad usare la tecnica per conto loro.

Grazie all’invenzione della litografia alla fine del Settecento divenne più facile produrre testi in arabo con l’aiuto dei calligrafi. In quel caso non bisognava comporre coi caratteri mobili, ma tracciare dei segni su una superficie di pietra con la matita grassa.

La prima pressa in India ad essere operata da un mussulmano risale al 1819.

Laggiù si stamparono fin dall’inizio testi religiosi.

Nel 1838 c’erano circa una dozzina di presse gestite da mussulmani nella sola città di Lucknow.

Insomma, la tesi del video è che finché i mussulmani non videro l’utilità della stampa, la snobbarono. Quando arrivò un periodo di riforma religiosa con l’esigenza di diffondere propaganda per unire le varie popolazioni contro gli invasori, allora iniziarono a sfruttare anche questo strumento.

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