Scritta in tre colori fai-da-te (con OpenOffice)
Le moderne macchine della polizia hanno la scritta “Polizia” sugli sportelli realizzata in un font di provenienza imprecisata, con angoli arrotondati e parecchie soluzioni interessanti.
L’inclinazione è verso destra sugli sportelli di sinistra e verso sinistra sugli sportelli di destra, in maniera tale che le lettere siano inclinate sempre verso la parte posteriore della vettura. Si imita un po’ l’effetto della velocità: quando una macchina accelera, la testa dei passeggeri viene tirata all’indietro per inerzia.
Ho dedicato un altro post a come realizzare quest’effetto con OpenOffice (è facile, basta usare la funzione Fontwork).
Nel caso della polizia, il colore è azzurrino chiaro, credo, o grigio, su fondo blu.
Ma cercando tra le immagini sul web capita spesso di imbattersi nella vecchia livrea caratteristica, dove le lettere erano divise in due: la parte inferiore era bianca, quella superiore blu, ma di un blu diverso rispetto allo sfondo.
Si può realizzare lo stesso effetto usando OpenOffice?
In Writer credo di no, ma usando Draw non è un’impresa impossibile.
Anche in questo caso dobbiamo usare Fontwork.
Si clicca sull’icona Fontwork che compare nella barra delle applicazioni Disegno (la lettera A dentro un quadretto) e si scrive il testo che vogliamo scrivere, scegliendo font e dimensione.
Una volta raggiunto il risultato che ci soddisfa, scegliamo i colori, ad esempio blu per le aste e nero per il contorno.
A questo punto copiamo il tutto (selezionare l’oggetto e poi ctrl+c). E per il momento ci dimentichiamo delle informazioni copiate.
Continuiamo a lavorare su quello che vediamo. Cliccando col destro sull’oggetto Fontwork selezionato, troviamo la dicitura Converti, e tra le varie opzioni c’è scritto In Bitmap. Ci clicchiamo sopra col sinistro.
A questo punto ciò che prima era un oggetto Fontwork è diventato un’immagine. Ci clicchiamo sopra col destro, quindi scegliamo Ritaglia Immagine.
Vediamo quale è l’Altezza dell’immagine (nell’apposita casella), dividiamo il numero per due e scriviamo il risultato nella casella In Basso.
Aspettiamo che si sia aggiornata l’anteprima con le nuove proporzioni e clicchiamo su Ok.
A questo punto la scritta è stata tagliata e compare soltanto la metà superiore.
Ora clicchiamo a vuoto e poi incolliamo la scritta che avevamo copiato prima negli appunti (Ctrl+v).
Ci troviamo di nuovo al punto di partenza, con la scritta in formato Fontwork e tutta intera.
Cambiamo il colore di riempimento e ci mettiamo il bianco.
Quindi ripetiamo tutta la procedura: convertiamo il tutto in bitmap, e tagliamo stavolta la metà superiore.
Le due metà risultano ora sovrapposte.
Clicchiamo col destro sulla scritta, poi su Posizione E Dimensione.
Qui al numero che compare nella casella Posizione Y ci aggiungiamo l’altezza della scritta sottostante, ossia la metà dell’altezza originaria.
Insomma, la metà inferiore della scritta si trova alla stessa Posizione X della metà superiore, mentre la Posizione Y è ottenuta da quella della metà superiore aumentata dell’altezza della metà superiore stessa.
Se tutto è andato per il verso giusto, le due metà combaciano alla perfezione.
A questo punto le selezioniamo entrambe, clicchiamo col destro, quindi col sinistro su Raggruppa.
In questo modo sono diventate un oggetto unico. Cliccandoci sopra una volta le possiamo selezionare entrambe e spostarle a piacimento nella pagina.
Si tratta di un sistema un po’ laborioso. Dovendo cambiare parola non si può cliccarci sopra e scrivere direttamente la nuova parola, ma bisogna ripetere la procedura dall’inizio.
E lo stesso discorso vale per l’inclinazione delle lettere. Mi sembra che in OpenOffice non si possono deformare le immagini. Quindi se vogliamo avere la scritta nelle due versioni, sia inclinata a destra che inclinata a sinistra, dobbiamo inclinarla prima della conversione in bitmap. Quindi prima va eseguita l’intera procedura per la prima versione della scritta e poi tutto da capo per la seconda.
L’effetto ottenuto non è uguale a quello delle vecchie macchine della polizia, dove oltre il sottile contorno nero c’era un secondo contorno bianco, più spesso. Un effetto che non si può ottenere con OpenOffice.
Comunque la cosa importante è la divisione delle lettere in due, che può essere utilizzata sulla segnaletica di questure e commissariati con alcune varianti rispetto a quanto abbiamo visto sulle auto.
Sui cartelli di alcuni commissariati non solo manca il contorno bianco, ma manca anche quello nero.
La metà superiore della scritta è blu su fondo bianco, quella inferiore è bianca su fondo blu.
Da notare che il fondo traspare anche all’interno delle controforme. Lo spazio vuoto nella O e nella A è bianco nella parte superiore e blu nella parte inferiore.
Non è complicato ottenere quest’effetto. Basta aggiungere un rettangolo del colore giusto sullo sfondo e regolare la Posizione Y allo stesso valore di quella della metà inferiore.
Il font usato in queste insegne non è sempre lo stesso. Spesso si vede la I senza grazie ma a volte ha grazie slab. La O può essere più tonda o più quadrata, a seconda.
A volte l’intera scritta è su fondo bianco, altre volte è su nessun fondo, nel senso che è a lettere separate.
Le lettere possono anche essere disposte in verticale.
In questo caso si può mantenere la divisione in due in orizzontale, sempre blu sopra e bianco sotto, ma in un caso ho visto addirittura la divisione in verticale, con la metà sinistra in blu su fondo bianco e la metà di destra in bianco su fondo blu.
Soluzioni un po’ in contrasto con un branding moderno e professionale. Ma l’insegna di un edificio dura molto più a lungo di quella sulle auto: il palazzo rimane mentre le macchine vengono cambiate ogni pochi anni.
Al momento non mi sembra che ci siano
linee guida diverse rispetto al
passato. In fondo la polizia non è
un’azienda commerciale, la gente va in Questura indipendentemente
dal fascino del brand. Ma così come si è intervenuti per
modernizzare l’aspetto delle macchine, con tocchi di design
significativi (la striscia tricolore lungo tutta la fiancata, la
pantera stilizzata che si integra nel disegno invece di rimanere
chiusa nello stemma...), così immagino si possa fare qualcosa di
simile anche per gli edifici.
Con la complicazione che mentre le auto sono pressoché tutte uguali i palazzi no. Su un palazzo appena costruito si può mettere una grande insegna colorata sulla facciata, mentre su una vecchia questura coi muri in pietra e con la vecchia insegna con lettere in pietra bisogna pensare a interventi meno invasivi.
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