Typeka Mix
Sulla copertina di un album del rapper romano Piotta, il titolo “’na notte infame” è scritto apparentemente a macchina.
In effetti si vedono i meccanismi di una macchina da scrivere. Ma non è realizzato invece con un font digitale? Le due t e le due e mi sembrano troppo uguali tra di loro.
Faccio una ricerca su What The Font e al primo posto della lista c’è il Typeka Mix, di T-26.
Nella parole “infame”, la n e la a sono poco calcate e le altre lettere lo sono troppo. Proprio come si vede sulla copertina in questione.
In effetti la famiglia è composta da tre stili: Regular, Bold e Mix. Il primo è composto di lettere dai tratti più sottili, il secondo da lettere dai tratti più spessi, e il terzo da una combinazione dei due: alcune lettere sono più leggere, altre più pesanti.
Nelle macchine da scrivere manuali infatti era la forza impressa dall’utente sul tasto che, tramite un sistema di leve, premeva il carattere in rilievo contro il nastro inchiostrato e quindi il foglio. Premendo di più si esercitava più pressione, e quindi veniva trasferito più inchiostro.
Questo poteva comportare un aspetto incostante del testo.
Il problema venne superato con il passaggio alle macchine da scrivere elettriche, in cui i tasti non erano meccanicamente collegati coi martelletti. La pressione dell’utente sul tasto faceva partire un impulso elettrico che provocava la battitura della lettera sul foglio. Un po’ come nelle tastiere per computer, dove premere più piano col dito non implica che la lettera sia meno calcata sul foglio.
Identifont attribuisce il Typeca a E-lan Ronen (scritto col trattino) e fissa l’anno di lancio al 1955.
Per Identifont invece il font digitale risale al 1997.
Il nome dell’autore viene scritto senza trattino, Elan, ma talvolta Ilan. Traslitterazione dalla scrittura ebraica, data la sua nazionalità israeliana.
Tra i vari specimen spiccano quelli dell’Eshkol, un carattere composto solo da linee rette e da tratti pesantissimi. In questo caso tutte le scritte sono in lettere ebraiche.
L’Eshkol non è stato diffuso con etichetta T26, ma è stato pubblicato da Masterfont, ed è acquistabile sempre su My Fonts.
Purtroppo, manca tutta la parte dell’alfabeto latino, riempita con le forme di un Times Regular che hanno ben poco a che vedere con quelle ebraiche, nonché coi numeri e con i segni di interpunzione.
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